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Terza strada sui migranti cercasi

28/06/2019 di Maria Medici

Un avvenimento di cronaca politica lascia il tempo che vuole, si sa. Oggi se ne parla in un trafiletto o, in mancanza d’altro, in un articolo col titolone per passare domani in cavalleria.



Ma la notizia che nel Pd si rischi una spaccatura sulla questione Libia è interessante non perché riguardi solo il Pd ma per una serie di motivi più di fondo. Con la Libia abbiamo un accordo sottoscritto al tempo in cui Minniti era al Viminale e che serve al controllo dei flussi migratori ma che, di fatto, l’Italia ha stilato con le milizie che tengono sotto scacco il fragile paese mediterraneo.

È vero che l’accordo serviva e servirebbe (nella sua nuova riformulazione presentata dal gruppo parlamentare del Pd) ad un rafforzamento della cooperazione finalizzatto alla stabilizzazione della Libia. Non interessa come è andata a finire sul piano parlamentare. La questione è un’altra. La Libia, attualmente e nel periodo appena trascorso rappresenta non un Paese in cui i migranti possano essere accolti. Lì c’è la guerra e se un profugo è tale perché scappa dalla guerra non si capisce come si possa pensare di tenerlo o rispedirlo in quel territorio.

Poi c’è la questione brutalmente nota dei campi di raccolta dei migranti che passano per la Libia e che ivi vi vengono rispediti. Campi che sono lager dove soprusi, violenze, intimidazioni e umiliazioni sono all’ordine del giorno. La Corte di Strasbugo su questo ci ha condannati: non possiamo invocare gli accordi con la Libia facendo finta che lì sia tutto normale: via sia un governo normale, una situazione normale, un trattamento normale dei profughi.

L’accordo con la Libia sottoscritto al tempo del governo Gentiloni con Minniti in prima fila è un neo che pesa sull’Italia e sulla sinistra. È, pur vero, che rientra in una strategia che le sinistre stanno in modi diversi mettendo in campo in Europa proponendo alchimie fra rigore, legalità, consenso popolare e salvaguardia dei diritti umani. Già il principio di solidarietà ne esce indebolito o praticamente assente. Ma si tratta di strategie politiche per non morire. Ed infatti, in qualche caso le elezioni interne o quelle europee ultime qualche risultato lo hanno dato in tal senso.

Bisogna essere realisti e non radicali nelle posizioni, ci si giustifica, ed in effetti un proposito del genere non fa una piega. Tuttavia, il realismo dovrebbe accompagnarsi con una analisi di fondo della realtà, uno sguardo alle idee lunghe che sono proprie del progetto politico della sinistra, se essa non vuole piegarsi alla logica del vivacchiare alla giornata pungolando la pancia dei cittadini, come fanno a destra, pare con grande successo.

È la sinistra che ha il compito di individuare una terza strada fra il rigore legalitario che chiude gli occhi davanti al dramma umano e il (sacrosanto) umanesimo a oltranza che salva le persone ma incattivisce gli animi al momento affabulati dalla leggenda del “prima gli italiani”. Possibile che non vi sia una strada alternativa, che sia intelligente e solidale? Razionale e severamente attenta ai doveri di tutta l’Europa davanti al fenomeno delle migrazioni? E soprattutto che guardi agli individui e non solo al consenso?

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28/06/2019 16:39:13 di Filippo d'Amati
La strategia di Minniti, non si limitava a stipulare accordi con quello che era l'unico governo riconosciuto legale dall'Onu in Libia, ma cercava di operare come mediatore attivo, per riportare la pace in quel paese, e cercava anche di attivare sinergie internazionali,con l'Onu in prima linea, per far cessare il flusso dei disperati spinti, comunque, dalle guerre verso le coste libiche e di attivare una politica europea unitaria per far cessare i focolai di guerra in Siria, tenuti in piedi da Assad ed il suo amico Putin, ed in molti paesi dell'Africa subsahariana e prevedeva controlli regolari sul trattamento dei profughi ospitati sul territorio libico, col supporto dell'Onu. Il problema è stato l'arrivo della presidenza Trump in Usa con tutto il corollario di politiche incendiarie, che unite alla bellicosità di Putin, nel frattempo alleatosi anche col ditratore turco Erdogan, altro incendiario, con imteressi antieuropei, hanno reso la situazione in tutto il medio oriente, ancora più ingovernabile, riuscendo, se possibile a peggiorare anche la situazione già da sempre ambigua dell'Arabia Saudita, in cui è stato imposto un nuovo dittatore peggiore dei suoi predecessori, facendolo passare per un innovatore filo-occidentale. Tutto ciò è stato fatto da Trump, esautorando di fatto, l'Onu, e le organizzazioni umanitarie dalla stessa patrocinate, cui ha levato il contributo economico e l'appoggio politico Usa, privandolo di ogni possibilità di utile intervento nelle numerose crisi mondiali, come ad esempio in Venezuela. Insomma quella di Minniti, Gentiloni e Renzi era, in prospettiva, già la politica terza di cui oggi si sente il bisogno, se solo avesse avuto modo di seguire il suo corso, saldando un forte fronte europeo, che l'ondata sovranista, patrocinata dal duopolio Putin-Trump, ha finito per stroncare. Difficilmente la situazione mondiale e la politica sui profughi potrà mutare finché in America esiste una presidenza come quella di Trump. Alla fine del prossimo anno ci saranno di nuovo le presidenziali in Usa e dobbiamo sperare che questa follia finisca definitivamente. I fantocci come quelli che ci governano, ed in particolare Salvini, senza Trump e con un Putin indebolito, si affloscerebbero insieme agli altri sovranisti dei paesi occidentali, restituendo un possibile ruolo unitario nella politica internazionale ad un'Europa finalmente, avviata ad essere uno stato federale e non una sommatoria negativa di egoismi nazionali. E ho detto tutto!

30/06/2019 14:07:48 di Anna Maria
È vero, la strada nuova va trovata. Va trovata da chi ha capacità, idee, studio e umanità. Una soluzione veloce, emergenziale, e una Co i tempi che servono ma volta a fare in modo che ognuno possa vivere, se lo vuole, serenamente nella propria terra. Un'idea concertata a livello mondiale che parta dal punto di vista economico e coinvolga le multinazionali. Ad ognuno di noi far pressione presso di loro

01/07/2019 21:35:04 di clelia
Concordo con quanto letto, ma tutto quello che si sta susseguendo, sinceramente, mi fa paura:gli insulti a quella fantastica ragazza tedesca che sente il dovere morale di aiutare chi non è bianco, ricco e tedesco, quindi europeo, mi fanno temere che dobbiamo aspettarci un tracollo morale e materiale simile a quello della Grecia.Quando un Ministro della Repubblica arriva a dire, in diretta televisiva:" Non mi rompete più i coglioni", significa che ogni cittadino si sentirà in diritto che agire rompendo ogni argine di decenza morale e trascinera'ciascuno di noi nel baratro.

05/07/2019 21:05:34 di Max
C'è poco da fare, l'immigrazione è un fattore che destabilizza l'opinione pubblica, in un periodo di impoverimento delle masse, della sempre maggiore assenza degli stati, verrà sempre respinta. La cosa più inquietante è che il futuro probabilmente riserva drammi anche peggiori, per via delle condizioni climatiche che causeranno esodi ancora più massicci. A questo punto, credo che la sola opzione possibile, potrebbe essere l'inclusione dei paesi nird africani nella UE, e un intervento diretto di questa, nel disarmo delle frazioni in guerra in Libia. Non vedo nessuna altra via per poter affrontare il problema sul lungo periodo.




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