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Immigrati e ricchezza

15/01/2019 di Maria Medici

Sull’inserto “La Lettura” del Corriere della Sera di domenica scorsa è apparso un interessante articolo che, a sua volta, riporta una ricerca pubblicata sulla presigiosa rivista europea di medicina “Lancet”. Un articolo che indubbiamente serve a chiarire, e si avverte più che mai la necessità, alcuni aspetti legati alla questione migranti, soprattutto a fugare convinzioni spesso senza riscontro dei dati.



Tra i motivi di preoccupazione che vengono proposti con maggiore insistenza vi è quello relativo ai presunti costi che graverebbero sullo Stato a partire da quelli sanitari; come pure è dura a morire la convinzione che i migranti siano portatori di malattie. Lancet ha così avviato una iniziativa in grande stile, formando una commissione di esperti di 13 Paesi che, a sua volta, ha prodotto un rapporto assai ricco di informazioni, non solo di natura medica.

Un primo dato utile è che se nel mondo, nel 2018, si è spostato ben un miliardo di individui, di questi solo un quarto sono da considerare migranti internazionali, ossia che si sono trasferiti in un altro paese. La stragrande maggioranza si è solo spostata all’interno del proprio paese. Inoltre apprendiamo che il continente con il maggiore numero di “immigrati” internazionali è l’Asia (80 milioni) seguito dall’Europa (78 milioni). La cosa interessante, però, è che ad ogni aumento di un punto percentuale di immigrati in un paese corrisponde un aumento del 2% del Pil di quello stesso paese. Ciò vuol dire che, nonostante molti siano convinti del contrario, gli “ospiti” stranieri restituiscono al Paese che li accoglie più di quanto costano. Inoltre, i migranti non solo aiutano l’economia globale, ma anche i loro paesi di provenienza: nel 2017 infatti i lavoratori immigrati hanno spedito ben 613 miliardi di dollari alle loro famiglie, ossia il triplo di quanto la cooperazione internazionale spende per aiutare i paesi in difficoltà.

Questo per dire che l’idea che gli immigrati siano dei “coloro” che scappano dalla miseria e non si preoccupano del destino del loro paese è del tutto campata in aria. “Aiutiamoli a casa loro” per noi è spesso uno slogan vuoto, ma per chi emigra, invece, è una realtà pratica.
E sull’aspetto della spesa sanitaria? Anche qui arrivano notizie che contrastano nettamente con le convinzioni diffuse. Il costo dell’assistenza sanitaria dei migranti è pagato e coperto totalmente dalle loro tasse, né più né meno come accade per i cittadini nati in un dato paese. Ma non solo: l’assistenza agli anziani che molti degli immigrati svolgono, quale occupazione, origina un cospicuo risparmio per lo Stato dato che consente alle persone di restare a casa e non doversi rivolgere a strutture sanitarie pubbliche. L’assistenza inolte migliora la qualità della vita e questo ha un indubbio ritorno sul piano della soddisfazione di vita degli anziani. Per non parlare, poi, del fatto che sempre più personale di origine straniera lavora nelle strutture sanitarie.

Ma c’è dell’altro. Per chi è convinto che gli stranieri portino malanni endemici e gravino dunque sui costi nazionali, è opportuno sapere che i migranti muoiono meno del resto della popolazione generale per quanto riguarda malattie cardiovascolari, tumori, dell’apparato respiratorio e digestivo, seppure siano maggiori le morti per epatiti, tbc e Hiv fra di loro. Ciononostante, le ricerche del settore hanno verificato che le epidemie non viaggiano con i migranti ma col turismo internazionale, ossia che batteri e virus si spostano in aereo più che nei barconi. Le infezioni potenziali, poi, non sono causate dai migranti o dai rifugiati, bensì dalle condizioni igieniche in cui sono costretti spesso a vivere una volta giunti da noi (si pensi alle strutture di prima accoglienza per rifugiati).

Infine, lo spauracchio che spesso affiora nei social, ossia che gli stranieri, con fantomatici piani di Soros e compagni, siano pronti a soppiantare la nostra stirpe occidentale, è del tutto una fesseria. Lo prova il fatto che i migranti si adeguano abbastanza velocemente al tasso di natalità del paese che li ospita. Come dire, anche gli stranieri in Italia cominciano a fare meno figli, come noi. Se non è questa integrazione.

Commenta Commenti:


15/01/2019 17:32:44 di francovitagliano
purtroppo la disnformazione è al servizio dell'informazione pubblica e privata e non è facile far venire fuori la verità.

>> Risposta di Maria Medici
a dire la verità non è poi così difficile informarsi, basta scegliere le giuste fonti, diffidando dei social che sono la palestra del tuttologi.

15/01/2019 17:50:26 di Salvatore Venuleo
Dico che è molto interessante e che sarebbe utile una divulgazione. Magari con sintesi ulteriore per adeguarsi alla realtà odierna: solo un pochino però. Grazie. P.S. Cercherò di fare la mia parte.

15/01/2019 19:27:41 di Anna Maria Nieddu
Gene che scappa dalla gurra come si fa a cidere i porti? Umanità dove sei.

>> Risposta di Maria Medici
l'umanità la si ricomincia a trovare a partire proprio dal confutare le credenze, i luoghi comuni, in nome della verità.

15/01/2019 23:14:36 di Antonio
Pienamente daccordo




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