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Ricordo di Camilleri

17/07/2019 di Maria Medici

“Le parole sono pietre” ricordava lo scomparso Camilleri. E chi meglio di uno scrittore può capire il valore delle parole?



La sua creatura più famosa, Montalbano, nelle sue indagini scavava sempre nelle parole di chi ascoltava, quasi a cercarne la recondita somiglianza con le azioni delle persone, con i loro vissuti. Chi dice che la Sicilia di Camilleri sia una sorta di “macchietta”, buona per i lettori poco esigenti, non ha capito granché.

Egli era, sì, un “cantastorie” ma guardava il mondo che lo circondava, dalla sua amata Sicilia, ne ricercava le verità universali, come avevano fatto nell’antichità i narratori di miti in quella culla che fu la Magna Grecia. Anche da cieco, come Tiresia che indica la via del ritorno ad Ulisse nell’Odissea, a noi Camilleri ha continuato a suggerirci la strada per cercare di capire il mondo. Soprattutto quello interiore. I suoi personaggi hanno l’eroismo della quotidianità.

L’umanissimo Montalbano è stato l’idolo di tanti lettori e telespettatori perché nei suoi dubbi e nei suoi limiti potevamo identificare i nostri. Così Camilleri ci ha lasciato un patrimonio di parole che peseranno, ma lievemente, nella nostra memoria, come un tesoro di quella saggezza “classica” di cui è stato, forse, l’ultimo cantore.

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18/07/2019 00:14:06 di Sonia
Belle le sue interviste...intelligenti....sempre molto piacevoli




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