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Codice rosso per le donne

30/11/2018 di Maria Medici

Una importante iniziativa legislativa ha visto la luce in questi giorni, a poca distanza dalla celebrazione della giornata contro le violenze sulle donne. Si tratta di un provvedimento che istituisce di fatto una sorta di "corsia preferenziale" giudiziaria per le donne vittime di violenza e abusi. Tale corsia prevede, o dovrebbe prevedere, a possibilità di effettuare denunce e indagini in maniera più rapida, L'iniziativa porta le firme del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e di quello della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e ha ottenuto il via libera dal Consiglio dei ministri.



Il provvedimento prevede, fra le altre cose, che le denunce siano trasmesse quanto prima al Pm, senza discrezionalità da parte della polizia giudiziaria; le vittime devono essere ascoltate entro tre giorni dal magistrato dall'avvio del procedimento per tutti i casi di violenza domestica e di genere; le indagini dovranno avere priorità in caso di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in ambito famigliare o di convivenza.
Tuttavia, qualcuno ricorda ai promotori che di "bollino rosso" si è già parlato da tempo e che, anzi, esso è previsto dal codice di procedura penale e nella legge 119/2013 sui femminicidi. In realtà, stante le buone intenzioni degli odierni promotori, il "Codice rosso" rischia di risultare alla fine uno slogan che non tocca minimamente la questione della prevenzione.

In tal senso, credo che, corsie preferenziali a parte (comunque utilissime, perché la rapidità della giustizia è già un segnale importante in questi casi), l'attenzione debba essere rivolta soprattutto ad una prevenzione degli atti violenti a partire da una rete di sostegno alle donne nel territorio, attraverso meccanismi che consentano alle potenziali vittime di avere un confronto e un suporto specialistico per affrontare la loro situazione personale, segnalare i possibili segnali di allarme nel rapporto ed essere in grado di prendere le giuste misure. Insomma, le donne che ne hanno bisogno non devono essere lasciate sole "a monte". Anche perché, dopo, alle volte, è troppo tardi.

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30/11/2018 16:41:26 di Freddy
Bhè finalmente qualcosa su muove, anche se la politica è in grado sempre e solo di colpire a valle del problema. Bisognerebbe prevenire con la formazione, l'educazione e la cultura ma in questo paese manca il senso civico, basta vedere che nelle scuole non lo si insegna più da circa 20 anni.

05/12/2018 14:10:46 di Mario
Freddy condivido la tua riflessione




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