La crisi politica ha scatenato una sorta di “liberi tutti” nella ricerca di possibili soluzioni. Le ricette che sono state presentate in questi giorni, soprattutto dal fronte antiurne, sono variegate, molte plausibili, qualcuna raccomandabile.
Appare evidente che la politica dei proclami da uomo forte di Salvini vada considerata per quel che è, ossia un mettere in mostra muscoli che nell’arena istituzionale si afflosciano come palloncini. In Italia, sappia il ministro degli Interni, non siamo così fessi da dare i “pieni poteri” al primo arrivato, e nemmeno al secondo e al terzo. In Italia i pieni poteri non li ha nessuno, men che meno un senatore capopartito. Siccome Salvini non è stupido e sa benissimo come funzionano le cose, ovvio che lui proceda con la sua campagna elettorale senza fine anche in questi frangenti.
Pure è da sottolineare che i salviniani in costume da bagno sembrano affievolirsi, in fondo per tanti, un Salvini in mutande che balla ad una consolle vale quanto un qualunque dj. Peccato per i beoti che gli vanno dietro e che non hanno visto che il furbo ministro (lo sanno anche le pietre) sta ora svicolando amabilmente davanti agli impegni finanziari di fine anno: hanno giocato con il reddito di cittadinanza, flat tax ed altro e ora, alla resa dei conti, si è prontamente defilato davanti alle responsabilità, come usa fare normalmente.
Le ricette per cercare di evitare guai seri sono comunque ben accette, dato che alla maggioranza degli italiani (dati alla mano) un potenziale governo ultrasovranista non sta bene. Ora come ora non è facile capire come andrà a finire, quali strategie verranno adottate nel Pd o nei Cinque Stelle. In politica le parole non sono sempre pietre, per cui le tante cose che si sono detti uno contro l’altro i Renzi, Di Maio, Grillo, Zingaretti ecc. potranno passare in cavalleria. Almeno di fronte al senso di responsabilità per le sorti del Paese. Si spera che, in questo frangente non facile per l’Italia, dalle parti del Pd non si parli di scissioni e dei calcoli di bottega ai quali siamo purtroppo abituati.
Ci stiamo anche abituando ai repentini cambi di posizione e fra il bianco e nero delle posizioni nette si comincia ad intravedere quel necessario e saggio grigio dell’accordo e del compromesso.
A me piace l’idea di una soluzione di alto profilo. Lo so che può voler dire una temporanea sconfitta della politica, ma se la politica è capace di produrre capipolo in mutadoni, allora, berrebbe da dire, meno male che Mattarella c’è. I nostri politici se hanno a cuore la democrazia avranno tutto il tempo e le occasioni per dimostrarlo.
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