Internet è la grande arena universale in cui il mondo attua i suoi scambi sociali. Tuttavia, i fautori della Rete come avvento della democrazia planetaria farebbero bene a ricredersi.
Ce lo suggerisce un interessante articolo apparso sul sito Doppiozero (https://www.doppiozero.com/materiali/sorvegliati-di-tutto-il-mondo-unitevi). Gli studiosi hanno messo in luce l’esistenza di due Web. Il primo è quello che ha democratizzato la comunicazione, offrendo a chiunque la possibilità di dire la sua, di scegliere le fonti di informazioni che meglio gli aggradano, di potersi sentire protagonista pure con una manciata di byte.
Il secondo Web è quello in cui, come è stato affermato, “un terzo di tutte le visite web va alle prime dieci aziende” e che permette a due sole aziende di controllare più della metà delle entrate pubblicitarie online. Tutto ciò mirabilmente sotto la copertura della raggiunta democrazia virtuale e della morte dei poteri forti tradizionali. Non è cambiato nulla ed è cambiato tutto allo stesso tempo.
I costi economici della democrazia in Rete non sono da meno di quelli della tradizionale diffusione di informazione: se un tempo si spendeva in stampa, camion e fattorini, oggi le “server farms” divorano titaniche quantità di energia. La comunicazione, di fatto, è gestita da una “aristocrazia di ingegneri del software”. Il resto, mi dispiace per noi tutti che scribacchiamo la nostra umile opinione, è residuale e il libero pensiero rappresenta le briciole cadute dal tavolo del grande banchetto.
La cosa che conta nel Web non sembra quello che si dice (o si scrive) ma il suo potere di attrazione: attirare visitatori e farli tornare più volte sulle pagine è l’obiettivo madre degli analisti ed esperti di “stickiness”. Le regole del gioco non sono cambiate affatto e comanda la pubblicità. Più ritorni su di una pagina, più sei consumatore di ciò che quella pagina pubblicizza.
I contenuti veicolati dall’informazione, nella stragrande maggioranza dei casi, sono relativi. Quello che conta è la modalità con la quale tali contenuti sono proposti: non ci si preoccupa di quello che si pubblica ma di come lo si pubblica. Storia vecchia è vero. Non è che le tecniche di persuasione sono nate oggi. Tuttavia qui stiamo di fronte ad fenomeno che, oltre a muovere miliardi di dollari, coinvolge miliardi persone. Tutti, praticamente.
Come tante automobiline a noi ci è stato affidato il compito di generare “traffico”. Quello che circola non importa basta che circoli. E poco importa se a circolare ci sono tante bufale. Hai voglia a denunciare la moltiplicazione delle fake news in rete e sui social. Le fake sono comodissime, anzi, sono le regine del traffico in Rete perché non c’è nulla che attrae le mosche più del letame.
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16/01/2020 08:47:31 di FreddyConcordo
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