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L’Italia vista dallo spazio

05/01/2020 di Maria Medici

L’Italia fotografata dallo spazio è una bella immagine, ma soprattutto assume il simbolo di un Paese che deve essere osservato, qualche volta, dal di fuori.



A pensarci bene, la prospettiva scelta da Mattarella per salutare i suoi concittadini è la più calzante per i nostri tempi e per il decennio che si apre. Ma è anche la più dura da accettare, al di là del solito consenso plaudente delle forze politiche al suo discorso.

Guardare dal di fuori è principalmente l’atteggiamento di chi esce dal suo guscio e guarda il guscio stesso oltre che il mondo che lo circonda. Un gesto del genere, in un momento come questo, può essere veramente rivoluzionario poiché contrasta quel ripiegamento su di sé che sembra aver attanagliato tante persone.

Le forme di difesa identitarie, fondate sulla paura e proposte da alcuni, sono ricette facili per catturare il consenso popolare, sono però solo macchine di propaganda che sfuggono davanti alle questioni reali, di cui rimandano le soluzioni.

Guardare dal di fuori è un atteggiamento che richiede coraggio perché esige di mutare una certa mentalità che, mai come oggi, sembra radicarsi con forza. È la mentalità di coltivare il proprio orticello senza la coscienza che esso è dentro un mondo più vasto e non solo dal punto di vista spaziale.

Anche il nostro tempo è dentro un tempo più vasto, in cui siamo solo un momento di passaggio. Guardare al presente, cercando di difenderne i confini e gli apparenti privilegi, vuol dire infischiarsene di chi verrà dopo, cioè dei nostri figli.

Responsabilità per il futuro al di là delle paure che esso può generare in noi è, in fondo, anche il tema portato avanti da papa Francesco, su un fronte certamente diverso e più ampio. Ma il senso spirituale non appartiene certamente solo alla chiesa o al mondo dei credenti.

Esso deve impegnare tutti gli individui, i cittadini di una nazione dentro un contesto più largo che è la comunità-Mondo. Lo “spirito” è ciò che muove il senso di cittadinanza nonché l’individualità dell’essere umano.

E, con le debite proporzioni, anche gli italiani devono riacquistare quello spirito che li ha contraddistinti nel tempo e che, con tutti gli accadimenti storici, le loro luci e ombre, giustifica il nostro essere - geograficamente - un luogo di incontro fra mondi differenti.

A questo punto, passaggio per passaggio, il discorso di Mattarella, alla cui lettura invito tutti, si evidenzia per essere volutamente “elevato” poiché di parole alte abbiamo bisogno per riacquistare quello spirito di responsabilità necessario per l’oggi e per il domani di chi verrà dopo di noi.


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