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Gli zombie escono di notte
31/10/2020 di Maria Medici
Quasi ogni giorno abbiamo notizie di episodi di guerriglia urbana i cui protagonisti sembrano essere usciti da qualche film con i zombie. Escono per lo più di notte e cercano lo scontro, a prescindere. Sono un mix di neofascisti, ultras degli stadi e altre frange di non ben identificato radicalismo.
L’obiettivo è quello di sfasciare; direi, dunque, di chiamarli sfascisti, etichetta che ben si attanaglia a quella che sembra anche essere la loro coloritura politica prevalente. Sono una specie di corollario, quasi un effetto collaterale del virus, come lo possono essere i disordini che esplodono nelle situazione di emergenza (come avviene nei film apocalittici), sono anche però il frutto dell’esasperato abbaiare di alcuni leader politici, i quali, non avendo la minima cognizione su cosa andrebbe fatto in una situazione del genere, dunque, abbaiano approfittando della confusione, poiché abbaiare contro il governo è facile quando non governi.
Ma gli sfascisti sono anche figli di un clima generalizzato di sfiducia, più che nelle istituzioni, direi, nei confronti dell’intelligenza: no mask, negazionisti del Covid, apocalittici di varia natura e sostenitori della presenza di occulti complotti di Soros e Gates vari. Una sfiducia che in alcuni, si traduce in reazione violenta dove i motivi della presunta protesta diventano solo pretesti per dare sfogo a rabbia, sentimenti ben pilotati dai professionisti dello scontro. È chiaro che tutto questo non ha nulla a che fare con il disagio delle categorie sociali ed economiche più colpite dalla pandemia ma il rischio che qualcuno metta il cappello sul quei disagi è sempre in agguato.
Quello degli sfascisti per ogni stagione è evidentemente un fenomeno sociale complesso e non è affatto una novità, essendoci numerosi precedenti (uno per tutti, in Italia, la rivolta di Reggio Calabria del 1970 al grido di “boia chi molla”). Tuttavia, ciò non vuol dire che non rappresentino una minaccia per la tenuta democratica del Paese in un momento delicato come questo. Siamo chiamati tutti ad un supplemento di responsabilità dal momento che il rischio per la salute fisica di molti abbisogna di priorità decisionali che investono tutti.
Bombe carta e petardi in piazza sono solo il simbolo dell’autoreferenzialità vuota ed il risultato di chi soffia sul fuoco per un miserabile tornaconto elettorale.
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