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Populismo: l’inizio della fine? Biden Harris
09/11/2020 di Maria Medici
Secondo il principio di maggioranza possiamo affermare che la maggioranza dei cittadini statunitensi ha scelto di voltare pagina e di porre fine alla devastante esperienza populista di Trump.
Questi si delinea, e fino all’ultimo, non riconoscendo la vittoria dell’avversario e non riconoscendolo come Presidente (da questo momento, anche il “suo” Presidente), come forse il peggiore inquilino che la Casa Bianca abbia mai avuto: per le sue teorie strampalate, per il pericoloso ricorso alla pancia del Paese, per i danni arrecati all’immagine e al ruolo americano nel mondo e per l’aver allontanato gli Stati Uniti dal progetto condiviso di salvaguardia dell’ambiente globale.
Ora è tempo di cambiare e forse dopo le pagliacciate c’è anzitutto bisogno di pacatezza, tanto che, non solo a mio avviso, l’uscita di scena del tycoon ha fatto tirare un sospiro di sollievo anche tra le fila dei repubblicani. Il populismo da quattro soldi ha subito il primo duro colpo e lo ha subito nella sua terra d’elezione, sorta di faro che avrebbe dovuto illuminare il cammino ai populisti del resto del Pianeta. Il ruspante populista nostrano, Salvini, è proprio nei guai, lasciato alla fine solo dai compari di destra ad agitare la mascherina e a fare il cheerleader del magnate sconfitto.
Gli effetti del cambiamento in America non saranno immediati, come è normale. L’entusiasmo per il nuovo lascerà ben presto spazio alle annose questioni commerciali, alla contesa con i cinesi, alle relazioni geopolitiche, alla questione dei ruoli all’interno delle alleanze militari, al tiramolla su quanto benessere ogni nazione progredita debba rinunciare a favore di una sostenibilità globale e così via.
Le attese messianiche e l’auspicio di poteri taumaturgici in politica finalmente li possiamo mettere nel ripostiglio e lasciare spazio alla paziente, laboriosa tessitura di rapporti, concessioni e risultati di cui è fatta la vera politica. Biden con la sua vice Harris (per carità, finiamola di santificarla per il colore della pelle o anche perché donna, facciamola invece lavorare e solo così le mostreremo il rispetto che le è dovuto e che si è già in parte brillantemente guadagnato con le sue capacità e le sue idee), ne avranno lavoro da fare. Spero che i primi provvedimenti vadano a chiudere alcune nefaste pagine trumpiane: la politica dei muri verso gli immigrati e la micidiale deregulation sulle politiche energetiche. Sarebbe un ottimo inizio.
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