La nomina di Kamala Harris a Vicepresidente degli Stati Uniti non deve essere letta come il punto di arrivo del cammino delle donne per la loro affermazione paritaria nella società, soprattutto nei ruoli di responsabilità politica.

Semmai la nomina di Kamala è una tappa molto importante, con il suo carico simbolico per tutte le “ragazze” che guardano al loro futuro, da qualunque situazione di partenza, anche le più difficili e apparentemente distanti dalle mete ricercate. Ma è, fortunatamente, una tappa dentro un percorso che, solo negli Stati Uniti ha visto nel tempo l’affermazione di diverse donne “al potere”, solo per citarne alcune: Madeleine Albright, prima donna ad essere nominata segretaria di Stato durante la presidenza di B. Clinton; oppure Condoleezza Rice, prima donna afroamericana a ricoprire quello stesso incarico durante il secondo mandato di G.W. Bush; ed ancora Hillary Clinton che è stata candidata alla stessa presidenza degli Stati Uniti; senza dimenticare Alexandra Ocasio Cortez, la più giovane donna ad essere eletta al Congressi, Carol Moseley Braun, la prima donna di colore ad essere eletta al Senato; fino a risalire a Nellie Taylor Ross e Miriam Amanda Wallace Ferguson, le prime donne ad essere elette governatrici l’una del Wyoming e l’altra del Texas, negli anni Venti del secolo scorso.
Questo per quanto riguarda una nazione, gli Usa, in cui permangono ancora forti disparità fra uomini e donne in merito alla partecipazione alla vita politica. Stesso discorso si potrebbe fare per il resto dell’Occidente (le altre aree del mondo, invece, obbligano ad un discorso a parte poiché situazioni altamente complesse). È ancora troppo poco, è vero, dato che è appena stata intaccata alla radice l’idea di una struttura di potere ancora fortemente maschilista. Lo jus cammina spesso più veloce dei mutamenti culturali, specie di quelli più profondi, e non v’è ordinamento, almeno in Occidente, che non consenta o promuova le pari opportunità in politica. Ma sappiamo anche che i cambiamenti, nella realtà, si muovono su binari in salita rispetto a quello della legge. Comunque sia, seppure lenti, si muovono, a patto però che non cali la tensione ideale e le conquiste, da punti di arrivo, si trasformino nella norma.
Ci fa riflettere il fatto che il binario lungo il quale cammina la promozione degli spazi per le donne scorra parallelo a quello dell’affermazione di una società fondata sempre più sulla commistione di identità etniche diverse: capofila l’America di Obama, ma anche dell’Albright (nata in Cecoslovacchia e di origini ebraiche), della Rice e della Ocasio Cortez nonché dell’attuale neovicepresidente Harris, di origini indoamericane e giamaicane. Ma anche l’Europa non scherza: forse la salvezza dal Covid 19 la dovremo a due ricercatori tedeschi di origine turca che hanno individuato e lavorato al probabile primo vaccino efficace.
Che dire: due rivoluzioni sono meglio di una.
Commenti:
Lascia un Commento ed Iscriviti alla mia Newsletter per rimanere sempre aggiornato!
Commenta:

Letto: 985