È ovvio che in noi c’è qualcosa che non quadra ed è anche ovvio che sulle idiosincrasie umane ci si avventino strane creature, pronte a colpire i punti deboli della nostra psiche dissociata.
Tra i mostri in agguato vi è senza dubbio il mercato, inteso evidentemente non nel senso delle bancarelle di frutta e verdura, ma in quello del sistema economico fondato sul dare e avere monetario e sullo scambio delle merci. È una creatura di cui noi stessi, in fondo, facciamo parte, quali tentacoli ultimi attraverso il quale passano, in entrata e in uscita, i comandi che generano poi le nostre scelte, siano esse essenziali o superflue. Ora sono uscite fuori le scarpe low cost, prodotte e distribuite da una nota catena tedesca di supermercati che è presente diffusamente anche in Italia.
Le scarpe da ginnastica costano quattro soldi, sono di colori vivaci ma, soprattutto, sono la nuova moda, magari istantanea e volatile come un fuoco di paglia, ma comunque sulla bocca (e lo schermo) di tutti. Il fatto che siano la moda del momento, in un istante, ha spazzato via dal podio degli oggetti del desiderio ben altre tanto agognate scarpe da ginnastica griffate, che, al contrario, hanno costi spropositati e che per essere accaparrate da giovani e meno giovani hanno richiesto, oltre a sacrifici non rilevanti per le tasche, anche file notturne davanti ai negozi nei giorni di lancio di nuovi modelli.
Verrebbe da dire: ben venga la moda delle cose economiche, specie in questo periodo di vacche magre, anche per l’intrinseco valore morale legato ad un atteggiamento improntato alla sobrietà, la cui pratica non fa mai male. Il fatto è che c’è già chi, in altri paesi europei, una volta acquistate, le ha rimesse in vendita online a prezzi che arrivano fino a 2500 euro. Roba da collezionisti, insomma, alla faccia della sobrietà e del risparmio.
Fa riflettere come la società, o almeno una consistente parte di essa, sia succube del mercato e che esso, come un centro di controllo, sappia sapientemente manovrare le nostre scelte, ma soprattutto sappia guadagnarsi da vivere assecondando quei desideri remoti celati dietro taluni atteggiamenti compulsivi, come ad esempio il banale atto di comprare qualcosa. Le scarpe economiche arrivano giusto giusto nel momento giusto: voglia di parsimonia, magari mescolata al gusto un po’ “snob”, di chi preferisce esibire una scelta “povera”, ma intelligente, piuttosto della caciarona e pacchiana opulenza delle griffe. Ma, come abbiamo detto, c’è anche probabilmente chi, pur di sembrare snob e “chic”, è disposto a sborsare migliaia di euro per una scarpa che costa poco più di dieci euro. Alla faccia dell’intelligenza.
Il mercato siamo noi e questo il mercato lo ha capito da tempo; le mode sono motori propulsivi essenziali, tanto importanti da essere in grado di mutare i costumi, insomma, di “fare la storia”. Il tam tam mediatico ha amplificato questa tendenza e lo strapotere della moda, ma ha fatto sì che essa si piegasse sempre più verso il volere popolare: le modelle diafane e scheletriche continueranno a sfilare sulle passerelle, conciate con abiti spesso improbabili, ma il grosso bottino il mercato lo farà giocando al tiramolla fra scarpe superlusso e quelle da quattro soldi. Tanto la massa, è sicuro, gli andrà dietro sempre fedele e in cerca di una gratificazione identitaria.
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