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Ieri 27 gennaio. Ricordare e vigilare

28/01/2018 di Maria Medici

Con la nomina a senatrice a vita a #LilianaSegre, sopravvissuta al campo di sterminio di #Auschwitz, il #Presidente della #Repubblica ha voluto compiere un gesto importante che non va racchiuso nel solo, giustissimo, riconoscimento ad una #donna che, dopo aver conosciuto il luogo “nero” dell’#Europa del #Novecento, ha dedicato la sua vita, in questi anni recenti, a testimoniare di quell’orrore, con la missione di farne un monito per il #futuro. La scelta della #senatrice #Segre deve essere letta come pieno riconoscimento che il dolore di vittime innocenti e, purtroppo in tantissimi casi, la loro morte, fanno parte della storia di questo #Paese.

La senatrice Segre è una delle pochissime testimoni ancora in vita di quella tragedia che non fu voluta dal caso, dall’inafferrabile demone della storia, ma dalla lenta, secolare costruzione di un pregiudizio che ha finito con lo sfociare nella messa in pratica del sistematico progetto di distruzione dell’ebraismo europeo per mano di una ideologia politica, dentro un contesto di complicità intrecciate che travalicano i confini del nazionalsocialismo tedesco. Oggi, che vanno di moda i ripensamenti e i revisionismi, in cui c’è chi giura che in fondo Mussolini ha fatto anche delle cose buone, chi chiede che il re delle leggi del 1938 venga seppellito con onori nazionali, chi sdogana quello o quell’altro in nome della libertà di pensiero e di espressione, c’è veramente molto bisogno di ricordare. Ed anche di revisionare la storia dove è il caso di affermare la verità contro certe fandonie di comodo messe in circolazione da sempre. “Italiani, brava gente” è una di queste fandonie, ci ha ricordato #Mattarella. I revisionismi sembrano vadano a braccetto con l’affievolirsi dell’imperativo morale per cui ciascuno dovrebbe prendersi la responsabilità dei propri gesti e delle proprie azioni, finanche un Paese intero. E vanno a braccetto anche con il risorgere di idee che sembravano morte e sepolte dopo il male di cui esse erano state causa e origine.

L’errore di tanti è credere che nella #storia vadano prese in considerazioni solo i momenti finali di certi processi, per cui ci si ricorda solo di Auschwitz, esorcizzandolo non come punto di arrivo di un cammino fatto anche, come direbbe #HannahArendt, di “banalità”, ma come qualcosa a sé, un unicum. Alla fine è come dire che della #Shoah fu responsabile solo #Hitler e qualche suo luogotenente. Non ci si accorge che fare affermazioni sulla “razza bianca”, così tanto per acchiappare qualche voto in più non è altro che prendere la strada verso quei punti di arrivo. Che inscenare la pagliacciata del #blitz nella sede dell’#associazione di volontari che aiutano i migranti, non è altro che ripetere le orme che tanti anni fa ci portarono alla disfatta morale e civile. Che sfottere #AnnaFrank con la maglietta giallorossa è un buon inizio per finire chissà dove (come lo è quella ridicola multa comminata alla squadra di calcio che, ancora una volta glisserà, come tutte le altre, sul prendersi le proprie responsabilità circa il comportamento dei loro esagitati tifosi).

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