Maria Medici, Blog di Attualità
Maria Medici

Articoli



Notizia

#Educazione e modelli di #società

23/01/2018 di Maria Medici

I numerosissimi commenti al post sull’esperienza della palestra di #Scampia, che era solo uno spunto per un discorso più generale sull’importante questione dell’educazione dei nostri figli, sono il segnale che si tratta di un tema che veramente ci tocca da vicino. Ne vale il #futuro della nostra società, ma anche il modo con il quale riusciamo a cogliere ciò che oggi va bene e ciò che invece necessita una correzione nel nostro quotidiano. Un dato che emerge con chiarezza è la troppo frequente inadeguatezza con la quale padri e madri, oggi, ricoprono il loro ruolo di genitori. Sono stati scritti numerosi libri sull’argomento, ad esempio sulla crisi della figura paterna in un momento storico che ha rimesso in discussione la tradizionale suddivisione dei ruoli dentro la famiglia, anche per motivi di natura economica e sociale, e dunque di costume, molto profondi ed importanti.

Le coordinate che un tempo una giovane famiglia aveva davanti erano sicuramente più “regolari”, esse discendevano, soprattutto, dalle rispettive famiglie d’origine, ma facevano anche i conti con i processi di “modernizzazione” che la società stava vivendo. Si trattava di coordinate genitoriali che avevano anche un riscontro nelle ideologie che fino a qualche decennio fa risultavano ancora, loro malgrado, valide. Vi era, insomma, una “#politica” che si occupava della famiglia, non direttamente, ma in maniera tale da poter offrire un quadro abbastanza completo delle “scelte” e dei “percorsi” educativi e di accompagnamento dei figli nell’età adulta. Forse erano coordinate un po’ troppo rigide, tuttavia erano proprio i processi di ammodernamento dei costumi e delle istanze sociali a smussare tale rigidità.

Ad un certo punto, però sembra arrivato il vuoto: sono crollate alcune certezze, ad esempio, rispetto al futuro occupazionale; la #globalizzazione, come processo irreversibile a livello planetario, ha fatto sentire i suoi effetti in ogni segmento delle nostre vite. I richiami “esterni” alla famiglia, complice la rivoluzione tecnologica, sono divenuti quasi irresistibili. Molte delle vecchie coordinate sono cominciate a sembrare fuori luogo. La corsa al benessere, legittima un tempo (anche se già #Pasolini denunciava negli anni del boom la perdita di “innocenza” davanti al consumismo sfrenato), oggi sembra essere divenuta una corsa verso una specie di de-responsabilizzazione, specie in campo educativo. Sempre più faticoso appare proporre ai nostri figli un modello interiore fondato sulla pazienza, sulla sobrietà, sul dare valore alle cose e sul non dimenticare che certe cose sono frutto di sudore, fatica e non di richieste fatte battendo i piedi per terra e frignando. Si ha paura di fallire nel fare i genitori.

Una volta, almeno, le regole da seguire erano poche e chiare. Oggi, sembra paradossale, ma proprio nel momento in cui ci viene richiesto di porre attenzione a come espletare il nostro ruolo genitoriale, allora siamo entrati in crisi. Mille domande senza una risposta chiara; i più avvisati compulsano libri e manuali, seguono seminari, leggono interviste ad esperti. Ma sono gli stessi esperti a ricordare che ciascuno è un genitore unico perché unico è il rapporto con i suoi figli. E poi, chi l’ha detto che il #genitore deve essere perfetto? Lo sappiamo tutti quanto la strada dell’essere madri e padri sia anche lastricata di fallimenti.

Ma, secondo me, il vero problema è il doversi adeguare ai modelli dominanti. Allora, in certi casi, si ha paura di andare, poi, controcorrente. Chi prova a ricordare, davanti ai capricci a tavola, che ci sono tanti bambini che nel mondo non hanno nemmeno un pezzo di pane, ha paura di apparire una mosca bianca e ha paura persino che suo figlio possa esserlo a sua volta, rispetto a tutti i suoi compagni di scuola, qualora crescesse introiettando questa semplice e amara verità (intanto, ci fanno sapere che nel mondo sempre più pochi sono i ricchi mentre la stragrande totalità dell’umanità è in miseria o quasi). Noi siamo quelli che, bene o male, abbiamo tutto e i nostri figli crescono con questa certezza. Persino quelli che vivono in condizioni di disagio sociale ed economico rientrano (magari con metodi illegali) nel novero di chi ha (o vuole) avere tutto.

Allora, se sommo le difficoltà ad essere un buon genitore oggi, alle storture e contraddizioni dell’economia globale, mi diventa chiaro che il cerchio si va a chiudere.
E mi domando: quanta responsabilità ha l’attuale nostro modello di vita (nostro intendo delle società occidentali), sui conseguenti modelli educativi e sul futuro delle nostre giovani generazioni?
#Giovani, #famiglia, #educazione, #economia.

Commenta Commenti:
Lascia un Commento ed Iscriviti alla mia Newsletter per rimanere sempre aggiornato!


Commenta:
Commento(*):
Nome/Nick(*):
eMail(*) non sarà visibile:
Resta aggiornato: (iscrivimi alla newsletter)
Accetto(*): Dichiaro di aver preso visione dell'Informativa Privacy ai sensi degli Artt. 13 e 14 del Regolamento UE 2016/679 e di rilasciare il consenso al trattamento dei dati personali per le finalità ivi indicate.
(*) - Campi Obbligatori



Torna Indietro Torna Indietro
Torna Indietro Letto: 251


Torna SU