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Tre #speranze che si spengono
03/12/2018 di Maria Medici
Qualche giorno fa su di un quotidiano, in margine al decreto #Salvini il quale, come primo effetto, avrà l'espulsione di circa 40mila esseri umani che godevano di protezione umanitaria, sono state raccontate le storie di tre donne straniere, in Italia per la suddetta protezione, che ora vedono aprirsi davanti a loro il baratro dell'incertezza, della strada.

Sono tre storie diverse, accomunate tutte però da un destino tragico fatto di soprusi, povertà e violenza. Accomunate, da oggi, da una speranza che si era accesa ma che il vento della legge ha spento. C'è la signora non più giovane che è fuggita dal suo Paese d'origine perché lì, a causa di una faida le sono stati ammazzati marito e figli e che certamente non potrebbe ritornare in quel luogo altrimenti sarebbe la prossima vittima. C'è una ragazza nigeriana, che ha dato alla luce una bambina frutto di uno dei tanti strupri che toccano alle donne che finiscono in mano alle mafie della prostituzione e che, assieme a sua figlia è stata strappata dalla strada dove era costretta a prostituirsi, salvata da qualcuno che ha dato loro un tetto e una speranza. Ora rischia di finire nuovamente nei tentacoli della maman e dei suoi sfruttatori, appolaiati chissà dove pronti a ghermirla di nuovo.
C'è poi una 25enne nigeriana, anche lei con una figlioletta piccola, che sognava di fare la parrucchiera in Italia, crearsi un nido con suo marito, non dare fastidio a nesssuno ma onestamente sfidare il destino che la voleva povera e disgraziata al suo Paese. Hanno un nome queste tre donne: Jennifer, Yasmine e Tessy. Hanno una storia personale ciascuna di loro, come tutte le storie di questo mondo di donne che sfidano la vita, spesso tenendo in braccio un figlio o una figlia. Io direi che si vogliamo continuare a guardare allo specchio senza vergognarci dovremmo fissare nella nostra mente queste tre storie e agire, facendo sentire la nostra vicinanza e il nostro "noi non ci stiamo a tutto questo".
Commenti:
03/12/2018 10:22:50 di FilippoSai bene quanto profondamente possa condividere questo tuo messaggio, che porta esempi pratici al femminile, della tragedia in atto.
Sono certo, che altri esempi non meno tristi e devastanti riguardino anche profughi maschi, e che il problema sia un grande problema di principip che prescinde da origine etnica, sesso (orientamento sessuale) o religione, di queste persone vigliaccamente pentite da un provvedimento che stento a definire legge, tantomeno legge italiana, alla luce della nostra Costituzione, tuttora vigente (credo, o no?).
>> Risposta di Maria Medici
Certo, mi sono riferita alle tre storie al femminile ma ovviamente va considerata una situazione globale, dove ciascun individuo coinvolto è un mondo a sé, una storia personale di drammi, fughe e speranze. Tuttavia, mi immedesimo, come donna, in quelle due storie in cui sono coinvolti anche due bambini piccoli e stento ad immaginare il dramma di una madre che rischia di finire per la strada con suo figlio.
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