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Il sogno infranto
20/07/2018 di Maria Medici
Succede nel 2018: una ragazza entra in una scuola militare per coronare il suo personale sogno di adolescente e dopo due anni di angherie da parte degli “anziani” è costretta a gettare la spugna. Delle prepotenze, offese e calunnie ora se ne sta occupando la Procura dei Minori di Milano. La scuola militare, la milanese Teulié, nome che ha il sapore del prestigio, ne esce sconfitta, quasi quanto la ragazza. Succede che la giovane sconfitta proviene da Napoli, e sulla sua origine meridionale, gli anziani (ma anche i colleghi del suo stesso anno) abbiano mirato per offenderla quotidianamente. Il vocabolario e l’armamentario offensivo è sempre lo stesso, “feccia”, “terrona”, “fai schifo” eccetera.
Il tutto condito da quella insana e patologica aurea di esprit de corps che caratterizza il nonnismo di certi ambienti e che nel 2018 è ancora ben presente.
Vuole dire: noi siamo la crema e tu sei la schiuma. Uno spirito antidemocratico, alla faccia della nostra Costituzione.
Un esempio che, forse, è un condensato , magari portato all’estremo (chissà?), di una brutta aria che tira oggi da noi. Sei donna, sei meridionale? Allora sei feccia. Una storia che sembra calzare a pennello nel clima intollerante e di rifiuto che sta crescendo attorno a noi. Poco importa se sei donna, meridionale, straniero, migrante, omosessuale. C’è una supremazia da difendere che comporta automaticamente una ostile lotta contro un “altro”. Un carrozzone culturale che per avanzare si arricchisce di certi ciarpami, retaggi o meno, di resistenze al cambiamento, ma che sembra invincibile perché fa presa sulla finta supremazia che, in realtà, nasconde una enorme insicurezza, psicologica e sociale. A condannare la finta supremazia pseudo sovranista è – fra virgolette – facile; molto più difficile è lavorare sulle insicurezze che insidiano il nostro tempo.
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