Il 2018 è l’anno in cui ricorre il centenario della fine della prima guerra mondiale, la triste carneficina che ha insanguinato soprattutto l’#Europa. Sono in pochi, però, a ricordare che in questo anno ricorre il centenario di un altro evento, curiosamente relegato nell'angolo quasi oscuro della memoria collettiva: quello della pandemia conosciuta come l'influenza spagnola.

Un evento che si rivelò nel marzo del #1918, per poi, attraverso diverse ondate, proseguire la sua corsa fino al #1920. Se la prima guerra mondiale contò circa 17 milioni di vittime, mentre la seconda ne conterà 60 milioni (e per questo vengono considerati gli eventi storici più luttuosi del XX secolo, ma anche dell’era moderna), la pandemia di cui ricorre quest'anno il centenario di vittime riuscì a mieterne tra i 50 e i 100 milioni, aggiudicandosi quindi il probabile triste primato dell'evento circoscritto che ha causato più vittime nella storia dell'umanità. Un individuo su tre nel mondo contrasse la malattia per un totale di 500 milioni di persone. Come ha scritto nel suo bel libro #LauraSpinney, 1918.
L'influenza spagnola. La pandemia che cambiò il mondo (Marsilio), "Fu la più grande ondata di morte dai tempi della peste nera, forse la più grande nella storia dell’umanità. Eppure, se svolgiamo il nastro del Novecento, vediamo due guerre mondiali, l’ascesa e il declino del comunismo, alcuni drammatici episodi della decolonizzazione, ma non l’evento più sconvolgente di tutti, anche se è proprio davanti ai nostri occhi. Quando si chiede qual è stato il principale disastro del XX secolo, quasi nessuno risponde: «L’influenza spagnola». Però tutti restano sorpresi dai numeri che l’accompagnano. Alcuni si fanno pensierosi e, dopo averci riflettuto un po’, ricordano uno zio morto di influenza, dei cugini rimasti orfani e successivamente persi di vista, un ramo della famiglia completamente spazzato via nel 1918”.
Ancora oggi non si conosce tutta la storia di questa pandemia. Pochi forse sanno che il termine "spagnola" non ebbe nulla a che fare con lo sviluppo iniziale del focolaio ma col fatto che, mentre le potenze in guerra cercavano di nascondere la notizia perché non influisse sull'andamento bellico e sul morale al fronte e quello interno, la Spagna, che era rimasta neutrale, fu la nazione che inizialmente diffuse con maggiore insistenza le notizie sul morbo.
Non tutti sanno che fu una pandemia infida, che in un primo momento si affacciò nell'inverno del 1918 come una normale influenza stagionale, colpendo e ritirandosi come avevano fatto tutte le forme influenzali precedenti, per poi ritornare improvvisamente più devastante, nell'agosto dello stesso anno, quasi con la volontà di sferrare un colpo mortale a sorpresa all'intera umanità.
Sarebbe utile che ciascuno di noi si soffermasse un poco e andasse con la memoria indietro nel tempo, rivolgendosi ai suoi ricordi famigliari, per scovare magari il ricordo di quel lontano parente che contrasse la malattia o che, peggio ancora, ne fu colpito a morte. Sarebbe un esercizio di recupero della memoria collettiva, in cui nessuna ideologia di ieri, nessuna appartenenza politica, nessuna contrapposizione di oggi possa viziarne la validità dell'essere una forma di condivisione identitaria, seppure vissuta come una ferita lontana.
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