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#Europa. #Donne e #Populismo.

16/12/2018 di Maria Medici

Ieri sul Corriere della Sera è stato pubblicato un importante documento dal titolo “Il populismo che disgrega e la forza delle donne. Contro l’inganno del cambiamento”. Il documento è stato redatto dall’Associazione “Se non ora quando-Libere”. Diversi sono gli elementi che vengono messi in evidenza e tutti appaiono esiziali per capire sia il momento storico che stiamo vivendo, sia le prospettive interpretative e strategiche che le donne, attraverso il loro contributo di esperienza e di pensiero, possono offrire. Intanto, si legge nel preambolo del documento che “le donne vincono periodicamente e vanno incontro ciclicamente a sconfitte, anche per loro responsabilità”.

Preambolo che, in realtà, funge da snodo essenziale del ragionamento, dal momento che se l’affermarsi delle donne nei diversi campi che formano la realtà sociale, politica ed economica, è un passo avanti, il loro respingimento da parte della cultura che ancora domina, significa almeno due passi indietro. La disparità fra l’avanzare e il recedere è data proprio dal tipo di cultura che appare come preponderante a livello sociale diffuso, ossia in quella dimensione in cui vanno fatti i conti “con l’oste”. Possiamo, poi, anche autoconsolarci con gli esempi di eccellenze al femminile. Tuttavia, in una realtà che sembra percepire sempre più la prospettiva della “cultura” come qualcosa di opposto alla genuinità “popolo”, converebbe tenere gli occhi aperti e cercare di cogliere il profondo mutamento in atto e i rischi ad esso associati.

I temi, all’ordine del giorno, sono quelli che, in certi casi, da sempre fungono da cavallo di battaglia: il ruolo della donna nella politica, lo spazio nelle politiche del lavoro, il ruolo nella famiglia, il tentativo di conciliare i momenti della vita ed il diritto alla libertà e alla realizzazione individuale. Valori e motivi che appartengono alla democrazia, nel senso più completo del termine e che, per questo, procedono da sempre assieme. Ma il pericolo maggiore, oggi è proprio nella distorsione che la democrazia sta subendo. La democrazia nel contagio populista si disgrega, nel senso che in essa vengono ad essere distrutti quegli elementi, come la giustizia sociale, la solidarietà, il senso di condivisione, che la rendono sostanziale. In tal senso, il populismo è agli antipodi della democrazia.

È una finta democrazia. Ed è in questo contesto che anche le recenti esperienze delle donne che sono scese in piazza, a praticare l’azione “politica”, sono un segnale di quanto le donne possano fare, smettendo di dare “deleghe in bianco” ad altri, come è avvenuto finora. In ballo c’è una grossa scadenza, quella delle prossime elezioni europee, banco di prova per una rinata consapevolezza femminile non solo di voler contare ma anche di voler ridefinire una agenda per il futuro secondo una visione di tipo nuovo, di cui le donne possono essere portatrici.




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16/12/2018 18:23:21 di gianfranco
Le "deleghe in bianco" come anche l'astensionismo insulso ed incosciente. Queste sono 2 comportamenti da rifiutare in toto e non mi riferisco alle sole donne, in più le donne oltre alle risapute maggiori incombenza devono avere l'intelligenza ed il buon senso di non mettere l'uomo in uno stato d'inferiorità anche se lo è, altrimenti le differenze persisteranno e l'uomo resterà il "maschio" che è.




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