Della Befana sull’origin varia/ Molto si è detto, e molto si è stampato; / Chi vuol che fosse quell’Ancilla ostiaria / Che si trovò nell’atrio di Pilato; / Chi la Nonna d’Erode ottuagenaria,/ Chi la Zia di Barabba, e chi ha pensato / Che venga da due Celtiche parole / Adatte ad indicar "Fuoco del Sole". Così scriveva #AntonioGuadagnoli nel 1827 in una sua storia della Befana in ottave.
Pitré, famoso studioso di folklore siciliano, racconta invece della “Vecchia di Natali”, un fantoccio accompagnato dai ragazzini per le strade al suono di corni di bue, padelle, fischi in un chiasso infernale e chiamata #Strina o Befana. Sono famose fin dai secoli passati le befanate che si organizzavano un po’ ovunque in Italia e non solo.
La Befana cristianizzata a cui fanno cenno le rime di Guadagnoli è invece, secondo le varie leggende, qualcuno che ha legami con coloro che hanno fatto male a Gesù e che per questo espia la colpa millenaria vagando di notte e regalando doni: #ClaudaProcula, leggendaria moglie di Ponzio Pilato, che divenuta cristiana si trasformò in una specie d’angelo, protettrice dei bambini morti senza battesimo; oppure la “ancilla ostiaria”, ossia la donna che aveva costretto san Pietro a rinnegare Gesù, o ancora, la nonna di Erode.
In realtà, queste immagini sono metamorfosi di un culto molto più antico, che si riferisce alle dee madri, alla #NaturaFemminile, spesso animalizzata o alla natura animale antropomorfizzata. Così, dalla radice mitica tipica dei cacciatori del paleolitico, la signora degli animali e delle foreste era anche la divinità venerata come primigenia del proprio clan, la madre di tutti. In molte civiltà del passato questo essere è raffigurato in veste di uccello, talvolta di una cicogna o di un cigno. La cicogna che torna sempre nello stesso luogo a fare il suo nido è ricollegata allo spirito dei defunti, come la Holda germanica, protettrice dei neonati e portatrice di doni.
Ed ancora, la #DeaMadre, #Diana, #DivinitàLunare, che solca il cielo di notte.
Insomma, a cercare le radici della Befana ci si perderebbe nella giungla di miti e leggende che ruotano attorno a questa vecchia signora che ci fa visita il giorno dell’Epifania (da qui il nome Befana), una festa che nella chiesa cristiana indica la Rivelazione. Si può solo dire che nelle sembianze umane date a questa figura viene sicuramente esaltata la natura femminile, come dispensatrice di vita, di gioie e di protezione.
Oggi è una vecchina che solca il cielo con la sua scopa. Magari non ha l’eleganza della cicogna, ma il suo scopo è ancora quello di portate un po’ di gioia ai più piccoli.
(Qualche notizia in più sulle sue origini mitiche nel libro: C. Manciocco e L. Manciocco, L’incanto e l’arcano. Per un antropologia della Befana)
Commenti:
07/01/2019 22:04:03 di Maria MediciOrnella
Auguri cari anche a lei.
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