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Politica e competenza non vanno a braccetto

31/01/2019 di Maria Medici

È in uscita qualche giorno fa nelle librerie il volume La grande ignoranza di Irene Tinagli (Rizzoli). Il sottotitolo è molto esplicativo e recita “Dall’uomo qualcunque al ministro qualunque. L’ascesa dell’incompetenza e il declino dell’Italia”.



Forse troppo polemicamente catastrofista? Non direi, anzi, mi sembra moderatamente limitato a considerare il caso Italia, quando purtroppo pare questa essere una tendenza diffusa ormai un po’ ovunque (vedi Trump). Il lavoro dell’autrice, di cui parla oggi anche un articolo apparso su La Repubblica, è uno studio poco polemico e molto analitico. basta un solo dato: se è vero che oggi la percentuale dei laureati in Parlamento è più alta di una settantina di anni fa, ossia ai tempi di De Gasperi, La Malfa, Togliatti, ecc.., è anche vero che se rapportiamo il possesso della laurea agli anni Cinquanta ad un titolo oggi, quest’ultimo dovrebbe essere almeno un dottorato post-laurea, che fra i nostri onorevoli deputati e senatori è cosa rarissima.

Qualcuno potrà contestare questo dato sulla base di una logica spicciola? Invito allora a rileggere tre o quattro volte il concetto prima di decidere e di rischiare di passare per quelli che vengono indicati come “analfabeti funzionali”, ossia che non riescono a comprendere un testo scritto se questo è minimamente complesso. Ecco che la preparazione di oggi non corrisponde a quella di ieri. Essere del “popolo” non basta per possedere le competenze necessarie, la cultura indispensabile per pensare seriamente la politica.

La ricerca della acclamazione facile, del “è uno di noi” può funzionare sul piano elettorale e sulla catalizzazione dell’opinione pubblica, specie in tempi di malcontento diffuso, in cui gli obiettivi verso i quali sferrare gli attacchi appaiono incerti (poteri forti, immigrati, banche, partiti, Unione Europa, massonerie, savi di Sion, eccetera). Ma, prima o poi, l’ignoranza (nel senso di “ignorare”), l’incompetenza, l’assenza di coordinate solide sull’economia, la finanza, la scienza, l’educazione, la cultura, il diritto e così via, conducono inevitabilmente al disastro. Quello verso il quale ci stiamo avvicinando.

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31/01/2019 19:08:10 di gennaro cerino
Concordo in pieno. La situazione è avvilente. Ragazzi che giocano a fare politica, mistificatori che ogni giorno annullano la soluzione del giorno primo, non hanno cultura politica e da dilettanti portano il Paese alla rovina.




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