È di oggi la notizia che qualche giorno fa, in un quartiere alla periferia di Bari, ad aspettare una ragazzina di otto anni fuori dalla scuola, è apparsa una limousine, dove la ragazzina, assieme a qualche sua amichetta è salita per andare a festeggiare il suo compleanno.

Siccome la suddetta limousine non si era mai vista né la si è vista successivamente, si può dedurre che la famiglia della ragazzina non abbia vinto un terno a lotto ma che abbia noleggiato il macchinone per festeggiare il genetliaco della sua pargola. Qualcuno si è lamentato con la scuola per questa manifestazione di ostentazione e cattivo gusto, tuttavia, l’istituzione scolastica non può certo impedire alle famiglie di accompagnare o riprendere i propri figli con i mezzi che ritengono più opportuni. Al massimo, come del resto cerca di fare quotidianamente, la scuola può tentare di educare le giovani generazioni a quelli che sono i valori condivisi, tra i quali, solitamente, l’ostentazione pacchiana di potere e ricchezza (seppure per finta) non dovrebbero rientrare.
Eppure la scuola, come la vede la nostra tv di Stato, qualche giorno fa ha detto il contrario e lo ha fatto attraverso la filosofia di vita di Daniela Santanché la quale, in un programma televisivo, di fronte ad una classe di ragazzini, ha affermato che i soldi danno potere e soprattutto donano la libertà, quella di poter scegliere come meglio vivere, fare quello che si vuole, eccetera. Dice la maestra famosa: chi ha i denari comanda, chi non li ha, praticamente, non conta un fico secco. Mi verrebbe da aggiungere che chi non ha i quattrini al massimo può noleggiare per un giorno una limousine e far finta di averne a palate. I due fatti sono concatenati in modo inequivocabile e segnano, nella lora varia prospettiva, un degrado d’ordine morale che va a braccetto con l’imperante egoismo e individualismo diffuso.
Pensare che i soldi diano la libertà è legittimo, anzi, è giustificato, in un certo tipo di società consumistica come la nostra, ma è comunque triste esserne convinti e voler convincere chi ha tutta la vita davanti, in cui poter fare ben altri sogni, più coraggiosi e più ambiziosi di quello di far quattrini. Il vecchio adagio per cui i soldi danno l’illusione della felicità è proprio vero, ma è difficile da accettare perché richiede più fantasia, più voglia di sognare. Al massimo in tanti ci accontentiamo del sogno come di una illusione: quella di essere, come nel caso di Bari, una principessa almeno per un giorno. La sfida dovrebbe essere, invece, quella di sentirsi principi e principesse tutti i giorni. Di quale regno, mi chiederete? Ma è facile: la nostra vita.
Commenti:
09/02/2019 09:12:47 di Monica MontanariChe il denaro dia potere è come direbbe Feltri "fattuale", sulla felicità invece il denaro ha un effetto deleterio per coloro che quel denaro non l'hanno guadagnato, ma ne beneficiano solamente, in pratica i figli dei ricchi. I figli dei ricchi fanno più fatica a essere felici perchè proprio il potere del denaro li mette in condizione di dover sempre scegliere tra opzioni pressochè infinite e li mette a contatto con i propri limiti. Devi scegliere l'Università e potresti pagarti Harvard o Cambridge? Se decidi di andare a Bologna, devi prendere atto di avere paura.... :-) È solo un esempio. Anche i ricchi piangono, insomma, sopratutto, perchè il denaro può andarsene, scivolare via, e, se nel frattempo non hai in te stesso gli stimoli per affrontare la vita con coraggio, tolto il denaro, ti senti alla deriva. E veniamo alla "limo": possiamo associare la cosa alla moda del "prediciottesimo". Chi non sa di cosa si tratti, si risparmi lo sforzo di approfondire, basti dire che si tratta di una macroscopica manifestazione di quella grossolanità che ci addita Maria. Di chi la colpa? Vien subito fatto di pensare a Berlusconi come il primo più remoto responsabile dell'impudico idolatrare lo sterco del demonio. E invece no. Il "c'ho li sordi" nasce con la rivista "Capital". Ricordo il suo debutto, in quella rozzezza, in quel rivendicare il denaro come valore in sé c'era già tutto l'olezzo della miseria in cui poi dal 2011 l'Italia sarebbe precipitata. 09/02/2019 15:15:17 di PippinuAlla signora Santanche', proporrei di leggere il saggio "Avere o Essere", e .magari poterlo avere nei programmi didattici di tutte le scuole medie.09/02/2019 17:55:57 di Marco MartiniA Milano patria del denaro due miei amici si erano messi d’accordo : noleggiavano una limousine importante è una divisa di autista e, a turno, andavano a rimorchiare qualche bellissima ragazza . Si vantavano che la cosa funzionava alla grande. Io più semplicemente rimorchiavo col tram e non mi posso lamentare dei miei bei rimorchi ...modestamente10/02/2019 08:40:05 di Ponibau La saggezza purtroppo non va più di moda10/02/2019 14:58:11 di Gerardo PassioSono pienamente d'accordo, Maria. Mi è capitato in un giro di canali tv di sentire per caso la Santanché (appunto: Santa-in-ché?). E non nascondo il senso di disgusto provato... Spero (ma ne dubito fortemente..) che l'autore del programma abbia previsto qualche seduta "riparatoria" con psicologi e pedagoghi per i bambini "esposti" a eventuali (in questo caso, certi!) rischi per la loro salute morale e psichica.13/02/2019 10:15:11 di Dolores Pirini È vero che dobbiamo essere padroni felici della nostra vita ma senza il danaro non si compra nulla,non mi riferisco alle cose inutili ma quelle che servono alle necessità,come la salute.In questi tempi così difficili chi non dispone del necessario,muore!15/02/2019 19:36:55 di Maria Giovanna CarliLa libertà di pensiero è legittima, non potrei tollerare però, che in classe dei miei nipoti si presentassero persone non qualificate alla loro educazione. la scuola ha molta responsabilità. Approfitto per evidenziare anche la lezione tenuta da "Luxuria" per me inqualificabile...
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