Usare la storia, e le tragedie che essa purtroppo reca con sé, come un manganello politico, non è mai corretto poiché non si onora la memoria di nessuno e soprattutto quella delle vittime.
Così accade ogni anno, da qualche tempo, nella giornata in cui si ricordano le vittime italiane in Venezia Giulia e in Dalmazia tra il 1943 e il 1945. Una tragedia che, come ha ben sottolineato il nostro Presidente della Repubblica, è rimasta sottaciuta per calcolo di realpolitik unito a considerazioni inaccettabili di ordine ideologico. I morti nelle cosiddette “foibe” fanno parte a pieno titolo delle vittime di quella spaventosa ecatombe che fu la seconda guerra mondiale. Tacerne la memoria è stata una profonda ingiustizia causata da una verità che doveva risultare al servizio di qualche causa politica o diplomatica, dato che la Jugoslavia di Tito sembrava essere, nel dopoguerra e in piena guerra fredda, un vicino di casa appetibile in funzione antisovietica.
Alla tragedia degli eccidi, poi va aggiunta quella degli esodi dei giuliani e dalmati dai territori annessi alla Jugoslavia, annessione completata con la ratifica dal Trattato di Parigi del 1947. Anche i nostri connazionali divennero esuli e profughi come altri milioni di individui in Europa in quel momento. Un altro effetto della guerra. Come tutte le zone di confine, alle volte ci sono dei territori che demarcano il passaggio della storia con il sangue, spesso con quello degli innocenti. Una di queste è sicuramente la terra posta ad Oriente dell’Italia e compresa fra Istria, Dalmazia e Slovenia. Terra che ha suscitato gli appetiti di invasori e occupatori che si sono succeduti uno dopo l’altro.
Prima giunsero i nostri soldati che procedettero ad una sommaria “italianizzazione” forzata delle popolazioni; con essi arrivarono anche i nazisti che perpetrarono spaventosi eccidi tra la popolazione, mettendo a capo, ad esempio, personaggi come il criminale croato Pavelic, capo dei famigerati ustascia, quelli, per capirci, che sventravano le donne incinte per tirare fuori il feto prima di ammazzare le disgraziate. La resistenza nelle zone occupate provocò rappresaglie atroci da parte delle truppe italiane: fucilazioni sommarie, distruzione di villaggi. Dopo l’armistizio, i territori prima occupati dalle truppe italiane vennero abbandonati al loro destino e lì si scatenò la vendetta delle truppe di Tito che nel frattempo stavano riconquistando i territori della Venezia Giulia: processi sommari contro i fascisti locali, contro esponenti della comunità italiana.
Eccidi di italiani si ebbero poi in Dalmazia, nell’area di Gorizia, Trieste, Pola e Fiume nel 1945. In molti casi la furia si scatenò contro potenziali oppositori dello Stato jugoslavo e del regime comunista, personaggi politici, membri del CLN, sacerdoti. Il fatto che il numero complessivo delle vittime italiane oscilli tra 5mila e 20mila indica una tragedia nella tragedia: il non poter conoscere il numero esatto dei morti. Un altro tipico effetto della guerra.
Ora, a distanza di anni, usare questa pagina buia come randello o addirittura per stilare una classifica fra i morti “di qua” e i morti “di là”, fra le vittime italiane e quelle di altri Paesi, come se ci fossero morti che non meritino pietà, è profondamente disumano. Vuol dire che quelle povere anime sono morte invano.
La memoria degli eccidi è doverosa perché noi vivi si possa onorare chi la guerra stritolò in maniera atroce, anche per capire che è questo che ci si deve aspettare dalle guerre: come quelle che hanno insanguinato decenni dopo la stessa Jugoslavia, come quella che sta stritolando la Siria, come le altre centinaia di conflitti sparsi nel mondo. A questo serve onorare le vittime della guerra. Tutto il resto è da sciacalli della politica.
Commenti:
14/02/2019 17:39:10 di GimoManca l’analisi del periodo che va dal 1919 alla primavera del 1941. Su 32 condanne a morte comminate dal Tribunale speciale per la difesa dello stato in tale periodo ed eseguite 26 furono a carico di soggetti croati e sloveni abitanti in quelle zone .
15/02/2019 07:07:05 di Bella analisi ti ringrazio volevo rispondere a una tizia che fa sciacallaggio su questo argomento e tu mi hai risolto il problema 15/02/2019 07:11:19 di Anna benvenutiGrazie interessantissima a l altro dovevo rispondere a un certo sciacallo...ora provvedo15/02/2019 07:49:00 di Emanuela cerbaiSono andata al museo del ricordo , situato vicino le foibe, che tristezza, quanta malvagità, ma i popoli dimenticano , fanno finta di dimenticare, per ricominciare a seminare odio, sempre odio razzista, sempre ad armarlo, con la scusa della sicurezza!15/02/2019 14:45:26 di PaoloramusAnalisi equilibrata e di grande responsabilità
Grazie15/02/2019 22:29:58 di paolo1953è un'analisi giusta - gli jugoslavi hanno fatto quello che hanno fatto perchè anche i fascisti italiani con i loro sodali nazisti hanno massacrato precedentemente chi viveva in quelle terre - non vuol essere una giustificazione per nessuno - solo al pensiero di tanti morti, dall'una e dall'altra parte, mi sento salire l'emozione
16/02/2019 23:12:09 di Franca canevariL analisi tutto sommato è accettabile, ma vorrei dire due cose: prima dell italianizzazione forzata c era stata la slavizzazione forzata voluta da Francesco Giuseppe vedi la delibera del novembre 1866 e poi sembra che Pavelic lo abbiano creato i nazisti , ne hanno fatte tante i nazisti , ma questa no.
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