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La #donna e l’uomo preda di tempeste
08/03/2019 di Maria Medici
“Tempesta emotiva” l’ha chiamata il giudice che ha dimezzato in appello la pena per l’omicidio di una donna da parte del suo compagno perché lei voleva lasciarlo. Il termine “tempesta” è sicuramente nobilitante e va dato atto al giudice dello sforzo poetico attraverso cui rendere quasi più giustificabile l’atteggiamento dell’assassino.

Allora dovremmo parlare anche di “tempesta ormonale” nel caso di quei tre ragazzi che nel napoletano hanno violentato la giovane donna dentro un ascensore della stazione? L’uomo pare in preda a molteplici stati tempestosi ma non riesco a rintracciarvi nessuna aurea romantica, bensì il vecchio e perdurante sistema di dominio e di possesso maschile nei confronti dell’oggetto donna. La nozione di tempesta indica quasi l’impossibilità nel poter e nel saper gestire istinti primordiali e non mi sembra il caso di avallare un simile giustificazionismo. La “tempesta” la lascerei a Shakespeare e parlerei invece di crimine odioso frutto di altrettanta odiosa mentalità.
Un certo tipo di mascolinità violenta era pratica quotidianità violenta nel passato perché rientrava nei canoni culturali dell’epoca, oggi i canoni entrano in crisi, il maschio si sente defraudato del suo ruolo e la violenza prosegue, ora come reazione alla frustrazione e alla crisi. Ma, in fondo, cosa cambia?
Ne parlerei soprattutto oggi che è l’8 marzo. Che valore si può dare ad una ricorrenza del genere?
A parte la cronaca che ci offre un desolato e preoccupante spaccato di vita quotidiana in cui le violenze fisiche e verbali contro le donne continuano ad ogni latitudine, anche la politica, almeno certa politica, offre lo stesso quadro desolante di chi pensa sia giunto il momento di ricacciare le donne nella loro dimensione casalinga, nel tornare a negarlo loro certi diritti conquistati con fatica. Mentalità pervasiva e strisciante nella generale chiusura a riccio della nostra società che, secondo me, tra i suoi corollari più o meno palesi, vede il perpetrarsi della violenza fisica e verbale. Poi, se volete, chiamatela pure tempesta.
Commenti:
08/03/2019 15:07:31 di gianninessuna tempesta,sono alibi odiosi e farneticanti per la conservazione di uno stato (?) di dominio,questi sono solo la vergogna dell'umanita,la feccia degli uomini...quindi pene severissime senza nessuno sconto anche a chi promuovequeste teorie indegne, e con ulteriori aggravanti per la pedofilia,e lo affermo da uomo e non ominicchi quali sono questi violenti!
08/03/2019 16:13:07 di Marisa TomasiPossesso emotivo, delirio di onnipotenza... Questo è il maschio non cresciuto nell'intelletto. 08/03/2019 20:59:41 di PietroGrande Maria08/03/2019 21:01:06 di Giovanni No alla violenza contro le donne
MAI 11/03/2019 13:13:40 di Concita FlpraLa sentenza è stata odiosa.Si cancella una vita e, invece di scontare l'ergastolo si riduce la pena.Solo menzogne!11/03/2019 13:18:03 di Concita FlpraLa sentenza è stata odiosa.Si cancella una vita e, invece di scontare l'ergastolo si riduce la pena.Solo menzogne!
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