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La ruota della sfortuna

29/03/2019 di Maria Medici

A Pompei hanno avuto un’idea strabiliante: realizzare una ruota panoramica alta sessanta metri (come quella del Prater di Vienna) dalla quale i visitatori potranno godersi in uno colpo solo un panorama che va dall’area archeologica allo sfondo del golfo col Vesuvio.



Idea brillante con punta kitsch: alcune delle gondole (le cabine scoperte che salgono e scelgono sulla ruota) saranno “speciali”. nel senso che su di esse gli avventori troveranno pure il cestello col ghiaccio e la sciampagna. È probabile che il tutto verrà accompagnato da una adeguata colonna sonora. Il tutto a ridosso delle rovine pompeiane. Altro che le navi pachiderma che passano dentro Venezia; quelle passano e se ne vanno. La ruota starà lì, permanente, seppure gira voce che potrebbe essere provvisoria, cioè effimera, come le realizzazioni barocche che si innalzavano durante i festeggiamenti.

Infatti starebbe una meraviglia dentro un contesto che è tutto effimero a cominciare dallo sforzo fatto negli ultimi anni per il recupero dell’area, nel cambiare rotta rispetto alla discesa nel degrado cui era costretto un sito archeologico fra i più belli del mondo. Una ruota che sarebbe una iattura per il patrimonio storico e artistico altro che risorsa.
È vero che il turismo fa cassa e si dice che l’Italia ha un patrimonio di bellezze artistico-paesaggistiche con le quali ci si potrebbe vivere di rendita. Però, direi, non esageriamo con l’accondiscendenza verso un turismo godereccio, da visita ai musei con i panini, infradito e canottiera.

Perché tirare su il baraccone della ruota a due passi dal muro di cinta della zona archeologica di Pompei è peggio che consentire al turista di ciabattare in mutande nelle chiese. Non è fare gli schizzinosi ed elitari, è questione di rispetto profondo per un patrimonio che è universale a partire dal compito, di noi contemporanei, di salvaguardia e non di sfruttamento. L’opera da proteggere, che sia manufatto artistico o testimonianza del passato, è qualcosa che non deve sottostare ai gusti e alle mode del presente. La visita a Pompei richiede rispetto per le vestigia del passato.

Impegno mentale, sforzo di fantasia e lungimiranza. Cioè lo sguardo acuto per cogliere in lontananza la montagna che ebbe il potere, a così grande distanza, di spazzare via una intera città. Per chi vuole emozioni facili c’è l’Italia in miniatura, Gardaland e i film in 3d e tante altre attrazioni aperte a tutti. A Pompei ci si dovrebbe andare per visitare Pompei non, per andare al luna park.

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07/04/2019 11:44:36 di Lois
Allora sarà l'ultima volta che andrò a Pompei....




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