La senatrice Liliana Segre, nel suo incontro con studenti e professori dell’Università La Sapienza, a febbraio scorso, in occasione del conferimento di un dottorato honoris causa in Storia dell’Europa, ha avuto occasione di incontrare e salutare uno studente che era lì in rappresentanza di tutti gli iscritti.



Cosa c’è di strano? Nulla a parte le polemiche generate dal fatto che il giovane, appartenendo alla lista studentesca più votata democraticamente e per questo indicato come rappresentante di tutti, è un giovane di destra. Precisamente è un appartenente al gruppo “Generazione popolare”, movimento che si è visto flirtare con posizioni anche estreme dentro la galassia giovanile di destra.

L’incontro della senatrice con quello studente, accompagnato da un gesto di affetto così naturale fra un anziana donna e un giovane (assomigli a mio nipote! ti posso dare un bacio?) arriva a spiazzare tutti. Un gesto che solo una donna come lei poteva fare, una donna che ha sofferto e che probabilmente ha ancora negli occhi il ricordo di tanti giovani, allora suoi coetanei, stritolati nella morsa mortale dell’odio.

Il valore di quel gesto sta nella sua naturalezza, esso riposa proprio nel fatto che ci obbliga a riconoscere la sua forza disarmante, che è capace di spazzare via l’odio con la formula più semplice e a disposizione di tutti: l’incontro fra le persone. Cara Liliana abbiamo ancora tanto bisogno di te.

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