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Che vergogna

10/05/2019 di Maria Medici

L’immagine della madre con la bambina in braccio scortata dalle forze di sicurezza che cercano di difenderla da una folla inferocita, quasi pronta al linciaggio, mentre si odono minacce e offese è una scena da raggelare il sangue.



La folla è capace di tutto. La folla non sono singoli individui che pensano, che ragionano, è massa indistinta che si muove sull’onda dell’emozione collettiva, capace di travolgere e capace di linciare verbalmente e anche fisicamente. Gli occhi della bambina spaurita che si aggrappa alla madre mentre ragazzotti pelati in maglia nera le urlano contro con toni rabbiosi sono quelli dell’infanzia indifesa e vittima del mali del mondo adulto. Scene che si ripetono nella storia e fanno riflettere sulla storia che rischia di ripetersi. In molti quella scena ha evocato le persecuzioni delle famiglie ebree durante il nazismo, quando uomini, donne, vecchi e bambini venivano pubblicamente derisi e percossi per le strade tedesche, prima che la macchina dello sterminio si mettesse in moto.

Qualunque possa essere il disagio di quei cittadini aizzati dai fascisti, il loro comportamento non è ammissibile in un paese civile. Che lo sappiano le madri, le donne, gli uomini, i ragazzi e provino vergogna. Urlare contro una madre con la propria figlia in braccio non è da eroi, non è da disperati che non hanno nulla da perdere, è da vigliacchi. E non si illudano che la rabbia scatenata ad arte contro qualche disgraziato li salvi dalla loro condizione. È solo guerra fra poveri, l’antica tattica che i fascisti al servizio di qualcuno che è al di sopra e li dirige, pone in essere. Scene di questo tipo non farebbero dormire un ministro degli interni degno di questa carica. Il nostro, invece, pare sia impegnato a far sequestrare telefonini a chi lo contesta.

È il caso di preoccuparci seriamente di questa deriva. Stiamo perdendo le coordinate della vita civile, dell’essere comunità, del saper scindere la contestazione dalla reazione rabbiosa, soprattutto del saper individuare gli obiettivi verso cui indirizzare civilmente i propri malumori. Qualcuno sta attizzando il fuoco e lo sta facendo con l’incoscienza di chi non ha a cuore la democrazia, i suoi meccanismi, le sue fragilità preziose. Ma la democrazia è più forte di costoro, ce lo dobbiamo solo ricordare tutti ogni giorno.

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