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25/02/2018 di Maria Medici
Il 2018 è l’anno in cui ricorre il centenario della fine della prima guerra mondiale, la triste carneficina che ha insanguinato soprattutto l’#Europa. Sono in pochi, però, a ricordare che in questo anno ricorre il centenario di un altro evento, curiosamente relegato nell'angolo quasi oscuro della memoria collettiva: quello della pandemia conosciuta come l'influenza spagnola.

Un evento che si rivelò nel marzo del #1918, per poi, attraverso diverse ondate, proseguire la sua corsa fino al #1920. Se la prima guerra mondiale contò circa 17 milioni di vittime, mentre la seconda ne conterà 60 milioni (e per questo vengono considerati gli eventi storici più luttuosi del XX secolo, ma anche dell’era moderna), la pandemia di cui ricorre quest'anno il centenario di vittime riuscì a mieterne tra i 50 e i 100 milioni, aggiudicandosi quindi il probabile triste primato dell'evento circoscritto che ha causato più vittime nella storia dell'umanità. Un individuo su tre nel mondo contrasse la malattia per un totale di 500 milioni di persone. Come ha scritto nel suo bel libro #LauraSpinney, 1918.
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16/02/2018 di Maria Medici
Il dato più interessante, in sede di analisi del voto di domenica scorsa, è sicuramente quello relativo non solo a “chi vince e chi perde” (dove, al netto delle giustificazioni degli sconfitti, il dato appare chiarissimo e non bisognoso di tante spiegazioni), ma quello sul cosiddetti “flussi” dell’elettorato. Direi più “smottamenti”, per usare una metafora di natura sismologica, quale immagine più adatta a questi frangenti. Purtroppo i dati sul flussi sono ancora parziali e bisognerà attendere qualche giorno. Intanto qualche dato appare probabilissimo.
Il M5S ha intercettato molti voti del Pd, pure quelli che, per travaso fisiologico, sarebbero dovuti confluire dal partito di Renzi a Leu. A questi ultimi sono arrivate poche briciole, il resto se l’è pappato tutto Di Maio. Come si è pappato pure i voti di quelli che, altrimenti, non sarebbero andati a votare. Leu è rimasta a secco: non solo ha intercettato poco o nulla di provenienza piddina, ma non ha funzionato neppure da catalizzatore di quel bacino della sinistra che negli ultimi tempi era rimasta in disparte. Qualcuno di quei voti, anzi, se l’è preso Potere al Popolo. Dal canto suo se il M5S ha perso qualcosa quel qualcosa se l’è preso Salvini in nome del nuovo bipolarismo populista.
Con la cartina dell’Italia, il dato visivo non fa prigionieri, non c’è da discutere: l’onda di destra a trazione leghista ha divorato il Centro-Nord, mentre quella grillina si è espansa nel Meridione. Un bipolarismo geografico netto in cui spiccano come macchie isolate le zone in cui il Centrosinistra ha mantenuto qualcosa. Ma sono isole sperdute nell’oceano neopopulista. Magra consolazione è la vittoria di Zingaretti nel Lazio e la tenuta del Centrosinistra a Milano centro. Ma tant’è: è da lì che qualcuno dovrà ripartire.
Il bizantinismo va riservato ora all’enigma della maggioranza.
E qui grafici ipotetici si sprecano ovunque, nell’illustrare possibili alchimie che, mistero della politica, seppure assurde appaiono sulla carta non è detto che alla fine non risultino possibili: M5S+Lega; M5S+Pd+Leu, Centrodestra+Pd.
Tutto è possibile laddove gran parte dell’armamentario utilizzato fino a venerdì scorso in campagna elettorale verrà ora messo in soffitta per lasciare spazio all’arte della politica. Fare attenzione però: la guerra non è finita, si è solo spostata dentro le compagini delle alleanze e dentro le segreterie dei partiti. Si chiama resa dei conti e tocca tutti, vincitori e vinti.
08/02/2018 di Maria Medici
Mettiamo da parte le chiacchiere, anche quelle mie, sul binomio buoni/cattivi, altruisti/populisti, salvaguardia del principio di solidarietà umana contro preoccupazione per l’attacco alla presunta “#razza” italiana e via dicendo. Insomma, sgombriamo il tavolo dai principi morali e dalle posizioni ideologiche in materia. Parliamo solo di fatti. Premettiamo, però, una cosa sulla quale, credo, si possa essere tutti d’accordo, sia i contrari che i favorevoli all’#integrazione: ossia che il fenomeno della migrazione attuale – posto che essa sia diversa dalle altre che l’hanno preceduta nei millenni e da quelle che la seguiranno per altri millenni – è un fenomeno epocale, cioè di proporzioni bibliche, per intenderci, fatto di grandi numeri e che coinvolge tutto il nostro pianeta. Si tratta di una premessa indispensabile per essere tutti d’accordo almeno sul fatto che con un cucchiaino non ci svuoti il mare e neppure riesci a trattenere per più di tanto le sue onde che si infrangono sulla riva.
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30/01/2018 di Maria Medici
Di oggi è la notizia che #LarissaMay, figlia quindicenne della grande #Fiona, ha superato nel #salto in lungo la distanza che la sua iridata #mamma aveva saltato alla stessa #età. Un 'cucciolo di #campionessa', l'hanno chiamata, ed è già un vanto per la nostra atletica, uno #sport che continua ad esserlo con la 'S' maiuscola. Ed è anche bello pensare ai nostri #giovani italiani che si fanno strada nella #vita, al di là del colore del loro viso.
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28/01/2018 di Maria Medici
La #storia che i morti per mano del #nazismo non dovrebbero valere di più o di meno di quelli uccisi per volere di #Stalin o dei nativi americani o degli #armeni è vecchia e buona solo per chi vuol fare dei #genocidi una specie di campionato di calcio dove vince il #popolo che ha sofferto di più. E' una classifica che serve a poco e non riporta nessun morto in vita.
Che dire allora del folle progetto di Pol Pot in Cambogia che nel volger di poco tempo sterminò molta parte dei suoi concittadini? E nessuno si ricorda più del genocidio dei #Tutsi in Ruanda? Meglio non stilare classifiche altrimenti si rischia di dimenticare qualcuno. 'Genocidio' è una parola che fu coniata nel secondo dopoguerra per intendere la distruzione sistematica di una #etnia con l'obiettivo di spazzarla via e la #Shoah non fu certo il solo e, purtroppo, l'ultimo dei genocidi della #storia.
Ciascun genocidio ha le sue caratteristiche e sommarli come un minestrone per vedere qual è quello più valido vuol dire fare un torto a tutte le vittime: ebrei, rom e sinti, armeni, nativi d'america, tutsi, cambogiani, ucraini durante il comunismo sovietico, #cinesi sotto l'occupazione giapponese, #serbi durante la seconda guerra mondiale, #bosniaci durante le guerre jugoslave, hazari d'Afghanistan, italiani d'Istria, Venezia Giulia e Dalmazia... Mi fermo perchè per approfondire senza fare un torto a nessuno ci sono degli ottimi saggi da leggere sui genocidi del #Novecento.
La #specificità della distruzione dell'#ebraismo europeo, che ci spinge a ricordare il giorno in cui le truppe sovietiche entrarono ad #Auschwitz verso la fine della seconda guerra mondiale, sono molte e rappresentano, per noi europei, un unicum spaventoso, in cui pseudoteorie razziali, credenze e superstizioni senza alcun fondamento si mescolarono alla 'tecnica', cioè al sapere scientifico applicato allo sterminio di massa, con tanto di corredo filosofico che giustificava la necessità di allontanare 'l'#ebreo' dall'#Occidente perchè fonte di tutti i mali.
Allo sterminio parteciparono antisemiti di tutta #Europa o anche singoli o popolazioni evidentemente prone alla ferocia nazista ma anche in parte o del tutto convinte che fosse la cosa giusta da fare. Ad esso parteciparono industrie tedesche che sfruttarono la manodopera schiavizzata, che fornirono i gas per le uccisioni. Tutto questo, come tanti ebbero a ricordare dopo, nella patria di #Schiller, #Goethe e #Beethoven... ma io aggiungerei nella patria della civiltà del lumi, del progresso culturale e scientifico, dei #valori universali, del diritto moderno, cioè l'Europa.
La specificità della Shoah è tale anche perchè tocca da vicino la 'nostra' storia recente e ricordarla per noi europei è un obbligo morale nei confronti dell'ebraismo che fu vittima, di noi stessi e di tutti coloro che nel mondo sono stati uccisi e continuano ad essere uccisi in nome di assurde teorie di sopraffazione etnica.
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