“Tempesta emotiva” l’ha chiamata il giudice che ha dimezzato in appello la pena per l’omicidio di una donna da parte del suo compagno perché lei voleva lasciarlo. Il termine “tempesta” è sicuramente nobilitante e va dato atto al giudice dello sforzo poetico attraverso cui rendere quasi più giustificabile l’atteggiamento dell’assassino.