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Le non affinità elettive

26/04/2018 di Maria Medici

L’attuale situazione politica italiana delinea il venire al pettine una serie di nodi che sarà complicato sciogliere. Esigenze di governabilità, legittimamente invocate dal Presidente Mattarella si sommano ad esigenze, altrettanto legittime, di rispondere, da parte di alcuni, in modo serio e responsabile di fronte ai cittadini e al mandato che essi hanno scelto di dare a ciascuna forza politica. Lasciamo da parte per un momento i teatrini della politica e badiamo alla sostanza.


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Una prima analisi

16/02/2018 di Maria Medici

Il dato più interessante, in sede di analisi del voto di domenica scorsa, è sicuramente quello relativo non solo a “chi vince e chi perde” (dove, al netto delle giustificazioni degli sconfitti, il dato appare chiarissimo e non bisognoso di tante spiegazioni), ma quello sul cosiddetti “flussi” dell’elettorato. Direi più “smottamenti”, per usare una metafora di natura sismologica, quale immagine più adatta a questi frangenti. Purtroppo i dati sul flussi sono ancora parziali e bisognerà attendere qualche giorno. Intanto qualche dato appare probabilissimo.

Il M5S ha intercettato molti voti del Pd, pure quelli che, per travaso fisiologico, sarebbero dovuti confluire dal partito di Renzi a Leu. A questi ultimi sono arrivate poche briciole, il resto se l’è pappato tutto Di Maio. Come si è pappato pure i voti di quelli che, altrimenti, non sarebbero andati a votare. Leu è rimasta a secco: non solo ha intercettato poco o nulla di provenienza piddina, ma non ha funzionato neppure da catalizzatore di quel bacino della sinistra che negli ultimi tempi era rimasta in disparte. Qualcuno di quei voti, anzi, se l’è preso Potere al Popolo. Dal canto suo se il M5S ha perso qualcosa quel qualcosa se l’è preso Salvini in nome del nuovo bipolarismo populista.

Con la cartina dell’Italia, il dato visivo non fa prigionieri, non c’è da discutere: l’onda di destra a trazione leghista ha divorato il Centro-Nord, mentre quella grillina si è espansa nel Meridione. Un bipolarismo geografico netto in cui spiccano come macchie isolate le zone in cui il Centrosinistra ha mantenuto qualcosa. Ma sono isole sperdute nell’oceano neopopulista. Magra consolazione è la vittoria di Zingaretti nel Lazio e la tenuta del Centrosinistra a Milano centro. Ma tant’è: è da lì che qualcuno dovrà ripartire.
Il bizantinismo va riservato ora all’enigma della maggioranza.

E qui grafici ipotetici si sprecano ovunque, nell’illustrare possibili alchimie che, mistero della politica, seppure assurde appaiono sulla carta non è detto che alla fine non risultino possibili: M5S+Lega; M5S+Pd+Leu, Centrodestra+Pd.
Tutto è possibile laddove gran parte dell’armamentario utilizzato fino a venerdì scorso in campagna elettorale verrà ora messo in soffitta per lasciare spazio all’arte della politica. Fare attenzione però: la guerra non è finita, si è solo spostata dentro le compagini delle alleanze e dentro le segreterie dei partiti. Si chiama resa dei conti e tocca tutti, vincitori e vinti.




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#Immigrazione e programmi elettorali

08/02/2018 di Maria Medici

Mettiamo da parte le chiacchiere, anche quelle mie, sul binomio buoni/cattivi, altruisti/populisti, salvaguardia del principio di solidarietà umana contro preoccupazione per l’attacco alla presunta “#razza” italiana e via dicendo. Insomma, sgombriamo il tavolo dai principi morali e dalle posizioni ideologiche in materia. Parliamo solo di fatti. Premettiamo, però, una cosa sulla quale, credo, si possa essere tutti d’accordo, sia i contrari che i favorevoli all’#integrazione: ossia che il fenomeno della migrazione attuale – posto che essa sia diversa dalle altre che l’hanno preceduta nei millenni e da quelle che la seguiranno per altri millenni – è un fenomeno epocale, cioè di proporzioni bibliche, per intenderci, fatto di grandi numeri e che coinvolge tutto il nostro pianeta. Si tratta di una premessa indispensabile per essere tutti d’accordo almeno sul fatto che con un cucchiaino non ci svuoti il mare e neppure riesci a trattenere per più di tanto le sue onde che si infrangono sulla riva.


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