Il Blog di Maria Medici
13/03/2019 di Maria Medici
13/01/2019 di Maria Medici

Gentile Presidente ho avuto solo informazioni saltuarie delle attività de “L’Italia Che Verra”, e sarei interessato a conoscere meglio finalità e principi della vostra associazione.
Mario, studente di Scienze politiche, Sapienza Università di Roma
Caro Mario, ho avuto diverse richieste simili a quelle contenute nella tua lettera e alle quali rispondo con l’articolo che segue.
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19/12/2018 di Maria Medici

Sono diversi ormai gli studi condotti sul fenomeno delle cosiddette “fake news”, fenomeno che investe la rete in maniera apparentemente scomposta, ma in realtà, con una certa logica, frutto di strategie e, paradossalmente, anche del caso.
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30/11/2018 di Maria Medici
Una importante iniziativa legislativa ha visto la luce in questi giorni, a poca distanza dalla celebrazione della giornata contro le violenze sulle donne. Si tratta di un provvedimento che istituisce di fatto una sorta di "corsia preferenziale" giudiziaria per le donne vittime di violenza e abusi. Tale corsia prevede, o dovrebbe prevedere, a possibilità di effettuare denunce e indagini in maniera più rapida, L'iniziativa porta le firme del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e di quello della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e ha ottenuto il via libera dal Consiglio dei ministri.

Il provvedimento prevede, fra le altre cose, che le denunce siano trasmesse quanto prima al Pm, senza discrezionalità da parte della polizia giudiziaria; le vittime devono essere ascoltate entro tre giorni dal magistrato dall'avvio del procedimento per tutti i casi di violenza domestica e di genere; le indagini dovranno avere priorità in caso di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in ambito famigliare o di convivenza.
Tuttavia, qualcuno ricorda ai promotori che di "bollino rosso" si è già parlato da tempo e che, anzi, esso è previsto dal codice di procedura penale e nella legge 119/2013 sui femminicidi. In realtà, stante le buone intenzioni degli odierni promotori, il "Codice rosso" rischia di risultare alla fine uno slogan che non tocca minimamente la questione della prevenzione.
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09/08/2018 di Maria Medici
Mettere in rete un fotomontaggio del “nemico” in cui questi appare come un prigioniero delle Br, con tanto di bavaglio per farlo tacere significa esprimere anzitutto odio. È capitato a diverse persone note, di recente se non ricordo male a Salvini e ieri all’immunologo Burioni che si batte da tempo contro le posizioni dei novax. Dell’odio politico conosciamo bene le tristi vicende, specie chi ha qualche anno in più e ricorda gli anni Settanta, le uccisioni, gli attentati, le stragi, le lotte violentissime fra ragazzi di destra e sinistra. Oggi, verrebbe da dire, siamo più fortunati, perché l’odio politico viene esternato e si riproduce sul Web e non per le strade, a parole e fotomontaggi e non con i fatti. Ma siamo sicuri, poi, che sia proprio così? È vero che l’odio rimane odio ed è solo un fatto circostanziale che si possa mostrare centuplicato grazie alle nuove forme di comunicazione. Tuttavia, le possibilità offerte dal web trasformano gli individui, spesso con quel pizzico di impunità che, giustamente, viene indicata come vigliaccheria. Ed è vero anche che l’odio, specie quello che non costa nulla se non una diteggiatura di tastiera, fa proseliti.
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