Il Blog di Maria Medici
27/01/2019 di Maria Medici
In un vecchio film di Woody Allen lui dice a lei “ti sei perso un noiosissimo documentario su Auschwitz, la domanda che si pongono tutti è sempre la solita ‘come è possibile che sia potuto accadere?’.
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05/12/2018 di Maria Medici
Mi trovo questi giorni a Gerusalemme e ci sono capitata in un momento speciale per il mondo ebraico. Infatti, si festeggia Hanukkah (letteralmente “dedizione”), una festa ebraica invernale che cade il 25 del mese di Kislew (tra novembre e dicembre). I manuali sull’ebraismo spiegano che in questa festa si ricorda la vittoria dei Maccabei sulle forze nemiche dopo una guerra durata anni, avvenuta nel II secolo a.C.

Le Scritture parlano dell’introduzione di una festa di otto giorni poiché durante la guerra, gli Ebrei non avevano potuto celebrare un’altra festa che durava otto giorni, ossia Sukkot. Ma ad un certo punto Hanukkah divenne nota come “festa delle luci” poiché secondo una leggenda talmudica i Maccabei avevano trovato un giorno nel tempio solo una piccola giara di olio per accendere la Menorah, ossia il candelabro. Nella giara c’era però olio sufficiente per accendere il lume per una sola notte, ma, grazie ad un miracolo, l’olio durò per otto notti e da allora si decise che le luci rimanessero accese per tutto quel tempo. A poco a poco si perse la memoria iniziale della festa e l’attenzione si concentrò sull’accensione dei lumi, pratica che, secondo alcuni studiosi, potrebbe avere una origine pagana, ossia riferibile al trapasso dal buio dell’inverno alla luce della rinascita della vita in primavera.
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25/02/2018 di Maria Medici
Il 2018 è l’anno in cui ricorre il centenario della fine della prima guerra mondiale, la triste carneficina che ha insanguinato soprattutto l’#Europa. Sono in pochi, però, a ricordare che in questo anno ricorre il centenario di un altro evento, curiosamente relegato nell'angolo quasi oscuro della memoria collettiva: quello della pandemia conosciuta come l'influenza spagnola.

Un evento che si rivelò nel marzo del #1918, per poi, attraverso diverse ondate, proseguire la sua corsa fino al #1920. Se la prima guerra mondiale contò circa 17 milioni di vittime, mentre la seconda ne conterà 60 milioni (e per questo vengono considerati gli eventi storici più luttuosi del XX secolo, ma anche dell’era moderna), la pandemia di cui ricorre quest'anno il centenario di vittime riuscì a mieterne tra i 50 e i 100 milioni, aggiudicandosi quindi il probabile triste primato dell'evento circoscritto che ha causato più vittime nella storia dell'umanità. Un individuo su tre nel mondo contrasse la malattia per un totale di 500 milioni di persone. Come ha scritto nel suo bel libro #LauraSpinney, 1918.
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28/01/2018 di Maria Medici
La #storia che i morti per mano del #nazismo non dovrebbero valere di più o di meno di quelli uccisi per volere di #Stalin o dei nativi americani o degli #armeni è vecchia e buona solo per chi vuol fare dei #genocidi una specie di campionato di calcio dove vince il #popolo che ha sofferto di più. E' una classifica che serve a poco e non riporta nessun morto in vita.
Che dire allora del folle progetto di Pol Pot in Cambogia che nel volger di poco tempo sterminò molta parte dei suoi concittadini? E nessuno si ricorda più del genocidio dei #Tutsi in Ruanda? Meglio non stilare classifiche altrimenti si rischia di dimenticare qualcuno. 'Genocidio' è una parola che fu coniata nel secondo dopoguerra per intendere la distruzione sistematica di una #etnia con l'obiettivo di spazzarla via e la #Shoah non fu certo il solo e, purtroppo, l'ultimo dei genocidi della #storia.
Ciascun genocidio ha le sue caratteristiche e sommarli come un minestrone per vedere qual è quello più valido vuol dire fare un torto a tutte le vittime: ebrei, rom e sinti, armeni, nativi d'america, tutsi, cambogiani, ucraini durante il comunismo sovietico, #cinesi sotto l'occupazione giapponese, #serbi durante la seconda guerra mondiale, #bosniaci durante le guerre jugoslave, hazari d'Afghanistan, italiani d'Istria, Venezia Giulia e Dalmazia... Mi fermo perchè per approfondire senza fare un torto a nessuno ci sono degli ottimi saggi da leggere sui genocidi del #Novecento.
La #specificità della distruzione dell'#ebraismo europeo, che ci spinge a ricordare il giorno in cui le truppe sovietiche entrarono ad #Auschwitz verso la fine della seconda guerra mondiale, sono molte e rappresentano, per noi europei, un unicum spaventoso, in cui pseudoteorie razziali, credenze e superstizioni senza alcun fondamento si mescolarono alla 'tecnica', cioè al sapere scientifico applicato allo sterminio di massa, con tanto di corredo filosofico che giustificava la necessità di allontanare 'l'#ebreo' dall'#Occidente perchè fonte di tutti i mali.
Allo sterminio parteciparono antisemiti di tutta #Europa o anche singoli o popolazioni evidentemente prone alla ferocia nazista ma anche in parte o del tutto convinte che fosse la cosa giusta da fare. Ad esso parteciparono industrie tedesche che sfruttarono la manodopera schiavizzata, che fornirono i gas per le uccisioni. Tutto questo, come tanti ebbero a ricordare dopo, nella patria di #Schiller, #Goethe e #Beethoven... ma io aggiungerei nella patria della civiltà del lumi, del progresso culturale e scientifico, dei #valori universali, del diritto moderno, cioè l'Europa.
La specificità della Shoah è tale anche perchè tocca da vicino la 'nostra' storia recente e ricordarla per noi europei è un obbligo morale nei confronti dell'ebraismo che fu vittima, di noi stessi e di tutti coloro che nel mondo sono stati uccisi e continuano ad essere uccisi in nome di assurde teorie di sopraffazione etnica.
07/12/2017 di Maria Medici
All’ordine del giorno vi è la questione delle cosiddette fake news, che si generano in modo esponenziale grazie al sistema di #reti rappresentato dal #web. Il creatore di “bufale” di fatto è divenuta una vera e propria professione ed è noto come il mettere in giro false #notizie possa giocare un ruolo importante nei processi decisionali individuali a proposito, ad esempio, delle scelte politiche. È un discorso complesso perché si mescola all’onesta delle fonti di notizie, questione da sempre dibattuta che viene però non poche volte usata come una clava contro la stampa e il suo #diritto alla #libertà. Del resto, una stessa notizia può venire data in modi diversi, pur non alterando i contenuti, ma provocando reazioni differenti. Più sottili delle fake news sono i meccanismi per cui la gente percepisce le grandi questioni che interessano la #società odierna in modo lontano da quella che è la realtà effettiva.
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