È di questi giorni l’uscita del libro I treni dell’accoglienza. Infanzia, povertà e solidarietà nell’Italia del dopoguerra 1945-1948 di Bruno Maida (Einaudi) in cui viene raccontata una bella pagina della storia di un Paese appena uscito dalla tragedia della guerra e del fascismo ma con la voglia di ricominciare.
Quasi ogni giorno abbiamo notizie di episodi di guerriglia urbana i cui protagonisti sembrano essere usciti da qualche film con i zombie. Escono per lo più di notte e cercano lo scontro, a prescindere. Sono un mix di neofascisti, ultras degli stadi e altre frange di non ben identificato radicalismo.
Il tempo della Pasqua è tempo di rinascita, così il messaggio cristiano ci indica che la morte può essere sconfitta. Non è la morte del corpo contro la quale i limiti biologici della nostra esistenza si infrangono inutilmente. L’annuncio della Resurrezione ci invita a riflettere sul bisogno disperato di rinascita che è dentro di noi e che, quasi seguendo i ritmi della natura, si riaffaccia sempre e comunque davanti alla morte.
In tanti si stanno cimentando nei resoconti, commenti, analisi più o meno valide, o anche piccole narrazioni di esperienze personali riguardo a questo periodo che stiamo vivendo.