La nomina di Kamala Harris a Vicepresidente degli Stati Uniti non deve essere letta come il punto di arrivo del cammino delle donne per la loro affermazione paritaria nella società, soprattutto nei ruoli di responsabilità politica.
“Tempesta emotiva” l’ha chiamata il giudice che ha dimezzato in appello la pena per l’omicidio di una donna da parte del suo compagno perché lei voleva lasciarlo. Il termine “tempesta” è sicuramente nobilitante e va dato atto al giudice dello sforzo poetico attraverso cui rendere quasi più giustificabile l’atteggiamento dell’assassino.
In un interessante reportage di qualche anno fa sulla rivista “Doppio Zero”, si raccontano le difficoltà delle donne in Israele, soprattutto a causa delle frange più ortodosse che chiedono a gran voce una sorta di “separazione” tra i due sessi anche nelle forme più elementari della vita sociale.