È di questi giorni l’uscita del libro I treni dell’accoglienza. Infanzia, povertà e solidarietà nell’Italia del dopoguerra 1945-1948 di Bruno Maida (Einaudi) in cui viene raccontata una bella pagina della storia di un Paese appena uscito dalla tragedia della guerra e del fascismo ma con la voglia di ricominciare.
Quasi ogni giorno abbiamo notizie di episodi di guerriglia urbana i cui protagonisti sembrano essere usciti da qualche film con i zombie. Escono per lo più di notte e cercano lo scontro, a prescindere. Sono un mix di neofascisti, ultras degli stadi e altre frange di non ben identificato radicalismo.
I recenti provvedimenti per contrastare l’inquinamento atmosferico nelle grandi città, complice un bollettino meteorologico non favorevole alla dispersione delle polveri sottili, ripropongono la questione circa l’urgenza di una progettualità ad ampio respiro su questo fronte.
Di fronte ai guasti che perdurano strutturalmente all’interno dei rapporti fra politica e società e a quelli che si sono aggiunti di recente, la percezione dei cittadini è quella di una classe politica distante, ancora troppo presa da beghe interne.
250 milioni di euro, questa pare essere la marea di soldi che anziché essere spesa per realizzare il Mose di Venezia è finita nelle tasche dei soliti corrotti.