Il titolo è un omaggio ad un vecchio film di Almodovar ma il legame con la scanzonata commedia spagnola finisce qui. Il livore che circola attualmente è arrivato ad un tale grado o de-grado che gli individui, cooptati in masse, sono capaci di crocifiggere il “nemico” a colpi di tastiera o di urla dissennate.
Un avvenimento di cronaca politica lascia il tempo che vuole, si sa. Oggi se ne parla in un trafiletto o, in mancanza d’altro, in un articolo col titolone per passare domani in cavalleria.
La fotografia che mostra una muta di cani correre in una specie di immensa pozzanghera ha poco di curioso e merita una riflessione molto seria. I ghiacci si stanno sciogliendo ad un ritmo preoccupante.
La dolorosa vicenda della giovane olandese che ha deciso di lasciarsi morire per non soffrire più le conseguenze psicologiche delle violenze subite negli anni ci spinge a riflettere su quella complessa fase della vita che è l’adolescenza.
La vicenda di Noa, la ragazza olandese che ha deciso di morire per non soffrire, ha colpito tutti e, una volta tanto, non ha consentito a nessuno di compiere quelle operazioni di sciacallaggio mediatico cui siamo ormai abituati anche in presenza di questioni come la vita e la morte.