Ogni tanto questo governo tira fuori qualche coniglio dal cappello delle promesse e proposte che nel corso degli anni le due forze di maggioranza hanno ingrossato di tutto e del contrario di tutto. Stavolta, come potente arma di distrazione delle masse è riemersa la faccenda del ripristino delle case chiuse.
Credo che una delle parole chiave di questi tempi sia “percezione”. Dal latino perceptio, il termine rimanda all’atto di prendere coscienza di una realtà che si considera esterna attraverso stimoli sensoriali che vengono analizzati attraverso processi psicologici e intellettivi.
Usare la storia, e le tragedie che essa purtroppo reca con sé, come un manganello politico, non è mai corretto poiché non si onora la memoria di nessuno e soprattutto quella delle vittime.
L’eco significativa avuta nella stampa e nei notiziari dell’incontro di Carlo Calenda con uno spaccato del mondo delle associazioni civiche non deve essere considerato alla sola luce della novità rappresentata dal documento lanciato dallo stesso Calenda nel panorama politico italiano.
È in uscita qualche giorno fa nelle librerie il volume La grande ignoranza di Irene Tinagli (Rizzoli). Il sottotitolo è molto esplicativo e recita “Dall’uomo qualcunque al ministro qualunque. L’ascesa dell’incompetenza e il declino dell’Italia”.