“Tempesta emotiva” l’ha chiamata il giudice che ha dimezzato in appello la pena per l’omicidio di una donna da parte del suo compagno perché lei voleva lasciarlo. Il termine “tempesta” è sicuramente nobilitante e va dato atto al giudice dello sforzo poetico attraverso cui rendere quasi più giustificabile l’atteggiamento dell’assassino.
Usare la storia, e le tragedie che essa purtroppo reca con sé, come un manganello politico, non è mai corretto poiché non si onora la memoria di nessuno e soprattutto quella delle vittime.
L’eco significativa avuta nella stampa e nei notiziari dell’incontro di Carlo Calenda con uno spaccato del mondo delle associazioni civiche non deve essere considerato alla sola luce della novità rappresentata dal documento lanciato dallo stesso Calenda nel panorama politico italiano.
Gentile Presidente ho avuto solo informazioni saltuarie delle attività de “L’Italia Che Verra”, e sarei interessato a conoscere meglio finalità e principi della vostra associazione.
Mario, studente di Scienze politiche, Sapienza Università di Roma
Caro Mario, ho avuto diverse richieste simili a quelle contenute nella tua lettera e alle quali rispondo con l’articolo che segue.
In Italia, complice anche una serie di questioni che attraggono prepotentemente l’attenzione della politica, i temi attinenti alle battaglie delle donne sembra abbiano avuto una forte decelerazione se non un vero e proprio arresto.