Ci sono temi che per loro natura intrinseca e per le questioni e i rimandi che pongono in essere, dovrebbero essere tenuti lontani dalla rigidità dogmatica di qualunque bandiera.
La data del 25 aprile, come si poteva immaginare, ha finito con l’essere preda di quella smania di revisionismo compulsivo che sembra stia caratterizzando questo nostro tempo.
La meditazione della Via Crucis papale al Colosseo quest’anno è stata affidata a suor Eugenia Bonetti, una suora di ottanta anni, molti dei quali vissuti in mezzo ai disgraziati del mondo e che ancora oggi offre la sua vita al servizio delle donne straniere vittime della tratta della prostituzione.
La ministra leghista Giulia Bongiorno ha auspicato l’urgenza di verificare la veridicità di una violenza subita per capire se la vittima è veramente vittima della violenza o vittima della sua psiche.
“Tempesta emotiva” l’ha chiamata il giudice che ha dimezzato in appello la pena per l’omicidio di una donna da parte del suo compagno perché lei voleva lasciarlo. Il termine “tempesta” è sicuramente nobilitante e va dato atto al giudice dello sforzo poetico attraverso cui rendere quasi più giustificabile l’atteggiamento dell’assassino.