È facile non accorgersi che dietro l’angolo di casa nostra si possano celare pezzi di storia più o meno antica o recente. Soprattutto, in una città come Roma, abbondano le targhe celebrative poste spesso su palazzi altrimenti anonimi.
La data del 25 aprile, come si poteva immaginare, ha finito con l’essere preda di quella smania di revisionismo compulsivo che sembra stia caratterizzando questo nostro tempo.
La ministra leghista Giulia Bongiorno ha auspicato l’urgenza di verificare la veridicità di una violenza subita per capire se la vittima è veramente vittima della violenza o vittima della sua psiche.
Usare la storia, e le tragedie che essa purtroppo reca con sé, come un manganello politico, non è mai corretto poiché non si onora la memoria di nessuno e soprattutto quella delle vittime.