La meditazione della Via Crucis papale al Colosseo quest’anno è stata affidata a suor Eugenia Bonetti, una suora di ottanta anni, molti dei quali vissuti in mezzo ai disgraziati del mondo e che ancora oggi offre la sua vita al servizio delle donne straniere vittime della tratta della prostituzione.
“Tempesta emotiva” l’ha chiamata il giudice che ha dimezzato in appello la pena per l’omicidio di una donna da parte del suo compagno perché lei voleva lasciarlo. Il termine “tempesta” è sicuramente nobilitante e va dato atto al giudice dello sforzo poetico attraverso cui rendere quasi più giustificabile l’atteggiamento dell’assassino.
Qualcuno avrebbe la compiacenza di spiegarmi perché se a scendere in piazza con i loro “vaffaday”, per Grillo & co. è democrazia diretta, mentre se 250mila persone sfilano a Milano per dire no al razzismo che ormai dilaga e serpeggia alla luce del sole, allora sarebbero tutti in preda ad un abbaglio perché il razzismo sarebbe una faccenda mediatica (Dio solo lo sa che voglia dire)?
In un interessante reportage di qualche anno fa sulla rivista “Doppio Zero”, si raccontano le difficoltà delle donne in Israele, soprattutto a causa delle frange più ortodosse che chiedono a gran voce una sorta di “separazione” tra i due sessi anche nelle forme più elementari della vita sociale.