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La speranza si tinge di rosa

14/11/2018 di Maria Medici

Le recenti vicende politiche italiane hanno visto le donne sempre più emergere come protagoniste: a Roma è un gruppo di donne che ha portato in piazza molti cittadini per protestare contro l’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Raggi. Analogamente, ma con contenuti diversi, un gruppo di donne si è fatto promotore di una manifestazione a Torino, anche in questo caso, per protestare contro alcune scelte del comune sabaudo.






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#Civismo

12/10/2018 di Maria Medici

Qualcosa comincia a muoversi nel #mondo della politica. Ma non sono le manovre dei partiti tradizionali o la nascita di nuovi. Piuttosto è un fenomeno che ha iniziato ad organizzarsi e ad uscire allo scoperto. Anzi, a dire la verità, riguarda una realtà variegata che è sempre esistita ma che ora potrebbe approdare alla politica attiva. Mi riferisco alle istanze delle #associazioni che da sempre, nei modi più articolati, si occupano di ciò che ci circonda come cittadini.


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Imbavagliare la ragione

09/08/2018 di Maria Medici

Mettere in rete un fotomontaggio del “nemico” in cui questi appare come un prigioniero delle Br, con tanto di bavaglio per farlo tacere significa esprimere anzitutto odio. È capitato a diverse persone note, di recente se non ricordo male a Salvini e ieri all’immunologo Burioni che si batte da tempo contro le posizioni dei novax. Dell’odio politico conosciamo bene le tristi vicende, specie chi ha qualche anno in più e ricorda gli anni Settanta, le uccisioni, gli attentati, le stragi, le lotte violentissime fra ragazzi di destra e sinistra. Oggi, verrebbe da dire, siamo più fortunati, perché l’odio politico viene esternato e si riproduce sul Web e non per le strade, a parole e fotomontaggi e non con i fatti. Ma siamo sicuri, poi, che sia proprio così? È vero che l’odio rimane odio ed è solo un fatto circostanziale che si possa mostrare centuplicato grazie alle nuove forme di comunicazione. Tuttavia, le possibilità offerte dal web trasformano gli individui, spesso con quel pizzico di impunità che, giustamente, viene indicata come vigliaccheria. Ed è vero anche che l’odio, specie quello che non costa nulla se non una diteggiatura di tastiera, fa proseliti.


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Il potere della Rete

30/03/2018 di Maria Medici

Articolo in Collaborazione con L'Italia Che Verrà Nei giorni immediatamente successivi alle elezioni, è apparso a Roma un murales in strada che ritraeva Di Maio e Salvini mentre si baciano con passione. Un personaggio “noto” al grande pubblico televisivo ha commentato sulla sua pagina di Fb, equivocandone il significato, la provocazione del writer romano, accusandola di essere il tipico esempio di chi giudica le persone per quello che fanno in camera da letto e non nella vita pubblica. Insomma, la privacy non si tocca, né si azzardi a giudicare l’orientamento sessuale altrui.


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Una prima analisi

16/02/2018 di Maria Medici

Il dato più interessante, in sede di analisi del voto di domenica scorsa, è sicuramente quello relativo non solo a “chi vince e chi perde” (dove, al netto delle giustificazioni degli sconfitti, il dato appare chiarissimo e non bisognoso di tante spiegazioni), ma quello sul cosiddetti “flussi” dell’elettorato. Direi più “smottamenti”, per usare una metafora di natura sismologica, quale immagine più adatta a questi frangenti. Purtroppo i dati sul flussi sono ancora parziali e bisognerà attendere qualche giorno. Intanto qualche dato appare probabilissimo.

Il M5S ha intercettato molti voti del Pd, pure quelli che, per travaso fisiologico, sarebbero dovuti confluire dal partito di Renzi a Leu. A questi ultimi sono arrivate poche briciole, il resto se l’è pappato tutto Di Maio. Come si è pappato pure i voti di quelli che, altrimenti, non sarebbero andati a votare. Leu è rimasta a secco: non solo ha intercettato poco o nulla di provenienza piddina, ma non ha funzionato neppure da catalizzatore di quel bacino della sinistra che negli ultimi tempi era rimasta in disparte. Qualcuno di quei voti, anzi, se l’è preso Potere al Popolo. Dal canto suo se il M5S ha perso qualcosa quel qualcosa se l’è preso Salvini in nome del nuovo bipolarismo populista.

Con la cartina dell’Italia, il dato visivo non fa prigionieri, non c’è da discutere: l’onda di destra a trazione leghista ha divorato il Centro-Nord, mentre quella grillina si è espansa nel Meridione. Un bipolarismo geografico netto in cui spiccano come macchie isolate le zone in cui il Centrosinistra ha mantenuto qualcosa. Ma sono isole sperdute nell’oceano neopopulista. Magra consolazione è la vittoria di Zingaretti nel Lazio e la tenuta del Centrosinistra a Milano centro. Ma tant’è: è da lì che qualcuno dovrà ripartire.
Il bizantinismo va riservato ora all’enigma della maggioranza.

E qui grafici ipotetici si sprecano ovunque, nell’illustrare possibili alchimie che, mistero della politica, seppure assurde appaiono sulla carta non è detto che alla fine non risultino possibili: M5S+Lega; M5S+Pd+Leu, Centrodestra+Pd.
Tutto è possibile laddove gran parte dell’armamentario utilizzato fino a venerdì scorso in campagna elettorale verrà ora messo in soffitta per lasciare spazio all’arte della politica. Fare attenzione però: la guerra non è finita, si è solo spostata dentro le compagini delle alleanze e dentro le segreterie dei partiti. Si chiama resa dei conti e tocca tutti, vincitori e vinti.




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