Il Blog di Maria Medici
06/01/2019 di Maria Medici
Della Befana sull’origin varia/ Molto si è detto, e molto si è stampato; / Chi vuol che fosse quell’Ancilla ostiaria / Che si trovò nell’atrio di Pilato; / Chi la Nonna d’Erode ottuagenaria,/ Chi la Zia di Barabba, e chi ha pensato / Che venga da due Celtiche parole / Adatte ad indicar "Fuoco del Sole". Così scriveva #AntonioGuadagnoli nel 1827 in una sua storia della Befana in ottave.
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23/12/2018 di Maria Medici
Arriva il Natale ma sempre di più il mondo fatica a riconoscerne il vero messaggio. Tutti presi dalla corsa ai regali, sospendiamo per un momento, o almeno crediamo di farlo, l’affanno quotidiano per perderci dietro l’agitazione del pensare a tutto e a tutti, amici, parenti, il cenone, il regalo.
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05/12/2018 di Maria Medici
Mi trovo questi giorni a Gerusalemme e ci sono capitata in un momento speciale per il mondo ebraico. Infatti, si festeggia Hanukkah (letteralmente “dedizione”), una festa ebraica invernale che cade il 25 del mese di Kislew (tra novembre e dicembre). I manuali sull’ebraismo spiegano che in questa festa si ricorda la vittoria dei Maccabei sulle forze nemiche dopo una guerra durata anni, avvenuta nel II secolo a.C.

Le Scritture parlano dell’introduzione di una festa di otto giorni poiché durante la guerra, gli Ebrei non avevano potuto celebrare un’altra festa che durava otto giorni, ossia Sukkot. Ma ad un certo punto Hanukkah divenne nota come “festa delle luci” poiché secondo una leggenda talmudica i Maccabei avevano trovato un giorno nel tempio solo una piccola giara di olio per accendere la Menorah, ossia il candelabro. Nella giara c’era però olio sufficiente per accendere il lume per una sola notte, ma, grazie ad un miracolo, l’olio durò per otto notti e da allora si decise che le luci rimanessero accese per tutto quel tempo. A poco a poco si perse la memoria iniziale della festa e l’attenzione si concentrò sull’accensione dei lumi, pratica che, secondo alcuni studiosi, potrebbe avere una origine pagana, ossia riferibile al trapasso dal buio dell’inverno alla luce della rinascita della vita in primavera.
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09/08/2018 di Maria Medici
Mettere in rete un fotomontaggio del “nemico” in cui questi appare come un prigioniero delle Br, con tanto di bavaglio per farlo tacere significa esprimere anzitutto odio. È capitato a diverse persone note, di recente se non ricordo male a Salvini e ieri all’immunologo Burioni che si batte da tempo contro le posizioni dei novax. Dell’odio politico conosciamo bene le tristi vicende, specie chi ha qualche anno in più e ricorda gli anni Settanta, le uccisioni, gli attentati, le stragi, le lotte violentissime fra ragazzi di destra e sinistra. Oggi, verrebbe da dire, siamo più fortunati, perché l’odio politico viene esternato e si riproduce sul Web e non per le strade, a parole e fotomontaggi e non con i fatti. Ma siamo sicuri, poi, che sia proprio così? È vero che l’odio rimane odio ed è solo un fatto circostanziale che si possa mostrare centuplicato grazie alle nuove forme di comunicazione. Tuttavia, le possibilità offerte dal web trasformano gli individui, spesso con quel pizzico di impunità che, giustamente, viene indicata come vigliaccheria. Ed è vero anche che l’odio, specie quello che non costa nulla se non una diteggiatura di tastiera, fa proseliti.
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23/01/2018 di Maria Medici
I numerosissimi commenti al post sull’esperienza della palestra di #Scampia, che era solo uno spunto per un discorso più generale sull’importante questione dell’educazione dei nostri figli, sono il segnale che si tratta di un tema che veramente ci tocca da vicino. Ne vale il #futuro della nostra società, ma anche il modo con il quale riusciamo a cogliere ciò che oggi va bene e ciò che invece necessita una correzione nel nostro quotidiano. Un dato che emerge con chiarezza è la troppo frequente inadeguatezza con la quale padri e madri, oggi, ricoprono il loro ruolo di genitori. Sono stati scritti numerosi libri sull’argomento, ad esempio sulla crisi della figura paterna in un momento storico che ha rimesso in discussione la tradizionale suddivisione dei ruoli dentro la famiglia, anche per motivi di natura economica e sociale, e dunque di costume, molto profondi ed importanti.
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