Quello che (forse) nascerà sarà sicuramente ricordato come il governo dei rospi. Per carità! non con riferimento all’aspetto esteriore di Conte o degli eventuali ministri bensì intendendo i rospi che in tanti sono e saranno costretti a ingoiare per il bene della Patria.
Qualcuno avrebbe la compiacenza di spiegarmi perché se a scendere in piazza con i loro “vaffaday”, per Grillo & co. è democrazia diretta, mentre se 250mila persone sfilano a Milano per dire no al razzismo che ormai dilaga e serpeggia alla luce del sole, allora sarebbero tutti in preda ad un abbaglio perché il razzismo sarebbe una faccenda mediatica (Dio solo lo sa che voglia dire)?
Ogni tanto questo governo tira fuori qualche coniglio dal cappello delle promesse e proposte che nel corso degli anni le due forze di maggioranza hanno ingrossato di tutto e del contrario di tutto. Stavolta, come potente arma di distrazione delle masse è riemersa la faccenda del ripristino delle case chiuse.
L’eco significativa avuta nella stampa e nei notiziari dell’incontro di Carlo Calenda con uno spaccato del mondo delle associazioni civiche non deve essere considerato alla sola luce della novità rappresentata dal documento lanciato dallo stesso Calenda nel panorama politico italiano.
Ieri sul Corriere della Sera è stato pubblicato un importante documento dal titolo “Il populismo che disgrega e la forza delle donne. Contro l’inganno del cambiamento”. Il documento è stato redatto dall’Associazione “Se non ora quando-Libere”. Diversi sono gli elementi che vengono messi in evidenza e tutti appaiono esiziali per capire sia il momento storico che stiamo vivendo, sia le prospettive interpretative e strategiche che le donne, attraverso il loro contributo di esperienza e di pensiero, possono offrire. Intanto, si legge nel preambolo del documento che “le donne vincono periodicamente e vanno incontro ciclicamente a sconfitte, anche per loro responsabilità”.